Papa Francesco, nel corso della preghiera e benedizione Urbi et Orbi, annunciata domenica scorsa durante l’Angelus, ha detto: «Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate nelle nostre piazze, strade e città. Si sono impadronite delle nostre vite e le hanno riempite di un silenzio assordante. Si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo trovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo, siamo stati presi da una tempesta improvvisa e ci siamo accorti di stare sulla stessa barca, tutti fragili, ma anche necessari. Tutti chiamati a remare insieme, tutti bisognosi di confortarci a vicenda. Su questa barca ci siamo tutti. Come quei discepoli hanno detto ‘siamo perduti’, anche noi abbiamo capito che non possiamo andare da soli ma dobbiamo stare insieme. La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità, lasciando scoperte le nostre false sicurezze su cui abbiamo costruito agende, abitudini e priorità».

Il Pontefice ha assicurato l’indulgenza plenaria a quanti si si sono uniti spiritualmente a questo momento tramite i media, secondo le condizioni previste dal recente decreto della Penitenzieria Apostolica. Papa Francesco ha pregato in una piazza San Pietro vuota, sulle parole dell’evangelista Marco e della parabola della barca colta dalla tempesta, poi salvata dalla bonaccia.

COS’È L’INDULGENZA PLENARIA

L’indulgenza cancella gli effetti negativi (pena temporale) di un peccato che sia stato sinceramente confessato con l’intento onesto di non ripeterlo ed aiuta il peccatore a fortificarsi moralmente e cambiare vita, eliminando da sé progressivamente il male interiore che dovrà ripudiare completamente

L’indulgenza, però, non è un biglietto rapido per il paradiso, come diceva San Giovanni Paolo II. Piuttosto, è un aiuto per la vera conversione che porta alla felicità eterna.

Ora, «per grazia di Dio», la partecipazione a una preghiera o un’azione a cui è associata un’indulgenza libera un fedele dalla ‘punizione’ per i peccati commessi. La concessione di un’indulgenza da parte della Chiesa, riprendendo la parole di san Papa Giovanni Paolo II è «l’espressione della piena fiducia della Chiesa stessa di essere ascoltata dal Padre quando – in considerazione dei meirti di Cristo e, per dono suo, anche di quella della Madonna e dei Santi – gli chiede di mitigare o annullare l’aspetto doloroso della pena, sviluppandone il senso medicinale attraverso altri percorsi di grazia».

Un’indulgenza, quindi, è il risultato «dell’abbondanza della misericordia di Dio, manifestata nella croce di Cristo. Gesù crocifisso è la grande ‘indulgenza’ che il Padre ha offerto all’umanità, mediante il perdono delle colpe e la possibilità della vita filiale (cfr Gv 1, 12-13) nello Spirito Santo», affermò sempre il compianto Pontefice polacco in un’udienza generale del 29 settembre 1999. Questo dono, però,  non può essere ricevuto automaticamente o semplicemente soddisfacendo alcuni requisiti esterni né può essere affrontato con un atteggiamento superficiale, aggiunse il Papa. La ricezione di un’indulgenza, in pratica, dipende dal «nostro allontanamento dal peccato e dalla nostra conversione a Dio».

Ecco perché ci sono diverse condizioni per ricevere un’indulgenza:

  • Uno Spirito distaccato dal peccato.
  • Confessione sacramentale al più presto.
  • Comunione eucaristica al più presto.
  • Preghiera secondo le intenzioni del Santo Padre.
  • Essere uniti spiritualmente attraverso i media alla speciale preghiera e benedizione del Papa.

I fedeli, infine, possono rivendicare l’indulgenza per se stessi o offrirla per conto di qualcuno che non c’è più.

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