Papa Francesco, ricoverato da venerdì 14 febbraio presso il Policlinico Gemelli di Roma, sta affrontando un‘infezione polimicrobica delle vie respiratorie che ha determinato una modifica nelle terapie a lui somministrate.

Nonostante la sua degenza, il Papa rimane di buon umore, come confermato dal portavoce della Santa Sede, Matteo Bruni, che ha riferito che Francesco ha riposato bene la scorsa notte e ha continuato la sua routine, dedicandosi alla lettura dei quotidiani. Tuttavia, l’infezione polimicrobica, che coinvolge la presenza contemporanea di vari agenti patogeni, ha complicato la situazione, richiedendo un intervento medico continuo.

Cos’è un’infezione polimicrobica?

Le infezioni polimicrobiche si verificano quando il corpo è colpito da diversi agenti infettivi simultaneamente, che possono includere batteri, virus o funghi. Questi patogeni possono interagire tra loro, aumentando la virulenza e rendendo più difficile la diagnosi e il trattamento dell’infezione. Nel caso di Papa Francesco, l’infezione riguarda le basse vie respiratorie, una zona critica che può causare sintomi come tosse, dispnea (difficoltà respiratoria) e febbre.

Tra le cause principali di queste infezioni ci sono virus come l’influenza o il Covid-19, che possono indebolire ulteriormente il sistema immunitario, esponendo l’organismo a sovrainfezioni batteriche. L’uso di cortisone come parte del trattamento, sebbene utile per alleviare i sintomi di difficoltà respiratoria, è un immunosoppressore che riduce le difese naturali dell’organismo, facilitando la comparsa di nuove infezioni.

Papa Francesco e il suo continuo impegno, anche dal letto d’ospedale

Nonostante le difficoltà legate alla sua salute, Papa Francesco ha mantenuto un forte legame con la comunità, dimostrando la sua immensa solidarietà verso Gaza. Anche mentre si trovava ricoverato, il Papa ha continuato a comunicare con il parroco della parrocchia della Sacra Famiglia di Gaza, padre Gabriel Romanelli.

Il sacerdote ha confermato che, nonostante un blackout che ha colpito Gaza City, il Papa è riuscito a contattare la parrocchia tramite videochiamata, chiedendo notizie sulla situazione locale e offrendo la sua benedizione. “Abbiamo sentito la sua voce chiara, ci ha ascoltato bene”, ha riferito padre Romanelli, descrivendo un Papa stanco, ma determinato a non interrompere il suo impegno pastorale.

Le difficoltà respiratorie e l’efficacia delle terapie

Nel caso del Papa, la condizione respiratoria è stata trattata con farmaci antibiotici per contrastare la crescita dei germi isolati. Tuttavia, l’efficacia di questi farmaci si manifesta solo dopo uno o due giorni di trattamento. È un processo che richiede tempo, e il Papa è sotto attento controllo ospedaliero per monitorare costantemente l’evoluzione della situazione.

Le infezioni respiratorie possono essere particolarmente pericolose nei pazienti anziani, in quanto possono provocare gravi complicazioni, tra cui insufficienza respiratoria e la necessità di interventi più invasivi. I medici, tuttavia, hanno confermato che il Papa è stabile, pur essendo necessario un riposo assoluto per accelerare il recupero e prevenire ulteriori complicazioni.