- Raccoglie per sbaglio del falso zafferano e ci cucina la pasta: 62enne muore avvelenato.
- L’uomo si chiamava Valerio Pinzana.
- Non esiste antidoto per il colchico.
Dramma a Travesio, in provincia di Pordenone. Un uomo di 61 anni, Valerio Pinzana, è morto avvelenato dopo avere ingerito del colchico – o croco – conosciuto anche come falso zafferano o arsenico vegetale. L’uomo lo avrebbe confuso con l’aglio orsino.
Il decesso è avvenuto all’ospedale di Pordenone dove era stato ricoverato da alcuni giorni.
Secondo una ricostruzione della vicenda, la scorsa settimana l’uomo (ex bidello e tecnico della Snam rete gas), ha fatto una passeggiata nei prati, attorno a casa, per raccogliere dell’aglio da impiegare come condimento.
Inavvertitamente, però, ha raccolto anche il colchino d’autunno, specie all’apparenza simile all’aglio ma, a differenza di questo, molto velenosa.
A casa, Pinzana ha preparato un pesto con le piante raccolte e subito dopo aver mangiato ha cominciato ad avvertire dolori fortissimi ma non ha chiesto immediatamente aiuto, essendo reduce del Covid-19 e pensando che potesse essere un effetto collaterale tardivo. Un ritardo che, forse, gli è stato fatale.
Quando, infatti, l’uomo è giunto in Pronto soccorso non è stato possibile il trasferimento al Centro anti-veleni considerate le condizioni generali già compromesse.
Donata Favretto, professoressa di medicina legale e tossicologia dell’Università di Padova, al Corriere della Sera ha spiegato: «Purtroppo non esiste un antidoto e l’esito è quasi sempre mortale. Le persone, anche se ricoverate, muoiono entro due tre giorni. L’unica cosa da fare se ci si accorge di aver ingerito il colchico d’autunno è fare una lavanda gastrica. Non essendoci antidoto l’unica terapia è di supporto delle funzioni vitali».
Commenta con Facebook