Ricovero in ospedale a Pozzuoli (Napoli) la scorsa notte per cinque persone a causa di una intossicazione alimentare. Una – di 44 anni – è in prognosi riservata, in fin di vita. In totale, gli intossicati sono dieci.

Si è appreso che due famiglie avrebbero ingerito verdura velenosa, acquistata in vari negozi nei comuni di Quarto e Monte di Procida. La sintomatologia richiama alla mandragora, che si sarebbe confusa, a causa della somiglianza, con spinaci e bietole. Sono intervenuti i carabinieri della Compagnia di Pozzuoli e sono in corso accertamenti da parte anche dell’ASL. Le indagini dei militari si stanno concentrando sui negozi di ortofrutta sfusa o ambulanti. Infatti, la verdura non era imbustata.

Il gruppo su Facebook Nessuno tocchi Ippocrate invita gli abitanti di Bacoli, Monte di Procida, Monteruscello, Quarto e Pozzuoli, di “evitare di mangiare spinaci e bietole comprate nei giorni scorsi”. I carabinieri, inoltre,  stanno ritirando a scopo precauzionale da alcuni fruttivendoli e market alimentari di Pozzuoli e Quarto, alcune partite di verdura.

Il 44enne in gravi condizioni si trovava all’ospedale Santa Maria Delle Grazie di Pozzuoli. L’uomo è stato poi trasferito in rianimazione nell’ospedale di Giugliano in Campania (NA) in prognosi riservata. Il 44nne presenta una polmonite da ingestione perché avrebbe perso conoscenza e ingerito così il proprio È grave il 44enne ricoverato questa notte all’ospedale Santa Maria Delle Grazie di Pozzuoli (NA) dopo aver ingerito della verdura probabilmente contaminata da mandragora, la cosiddetta ‘pianta del diavolo’. L’uomo è stato trasferito in rianimazione nell’ospedale di Giugliano in Campania (NA) in prognosi riservata. Il sospetto è che le persone intossicate abbiano mangiato soprattutto spinaci. L’uomo presenta una polmonite da ingestione perché avrebbe perso conoscenza e ingerito così il proprio vomito.

Si è anche accertato che alcuni lotti della verdura incriminata sono stati commercializzati da società di Forio d’Ischia, Aversa, Volla, San Valentino Torio (Salerno) e Avezzano (Aquila). Le ASL territorialmente competenti hanno sottoposto l’alimento a blocco ufficiale per effettuare campionamenti e analisi.