L’annuncio di Vladimir Putin di mobilitare parzialmente l’esercito per la guerra in Ucraina, minacciando anche l’uso di armi nucleari per difendere il proprio territorio dall’Ocidente, ha naturalmente suscitato reazioni tra i leader in campagna elettorale.

Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ai microfoni di RTL, ha affermato: “La mia impressione è che dimostra una grandissima difficoltà in Ucraina, è un discorso che tradisce debolezza, una mossa abbastanza disperata” e “dimostra la difficoltà della Russia”, anche “perché evidentemente le sanzioni funzionano”. Poi, sulla posizione di Matteo Salvini sulle sanzioni, Meloni ha detto: “Salvini dice un’altra cosa che condivido, cioé che servono delle compensazioni. Se vogliamo continuare, come bisogna fare senza se e senza ma, a difendere l’Ucraina abbiamo anche bisogno di aiutare le nazioni più colpite dalle sanzioni. È il tema del fondo di compensazione che FdI pone dal primo giorno del conflitto. Bisogna stare attenti e essere compatti perché quando uno è nervoso le conseguenze possono essere tutte”.

Ad Agorà, su Raitre, è invece intervenuto Giuseppe Conte, presidente del MoVimento 5 Stelle, secondo cui, con la strategia adottata dall’Occidente “l’escalation militare era già scritta. Offensiva, controffensiva… non dimentichiamo che per la Russia questa è una partita assolutamente determinante. Putin guida una superpotenza che ha qualche migliaio di testate nucleari, armi batteriologiche, l’Occidente questa cosa non poteva non calcolarla”.

Poi, l’attacco alla leader di Fratelli d’Italia. Per Conte, infatti, le parole di Putin “significano debolezza che può sfociare in disperazione, oggi rischio mi sembra aumentato”, Giorgia Meloni “è per l’invio di armi, per la corsa al riarmo dichiarata e spudorata, lo dicano esplicitamente così i cittadini lo sanno, lo scostamento non lo vuole fare, il riarmo sì”.

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