La Corte penale internazionale (CPI) ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin in relazione alla guerra in Ucraina.

Il crimine contestato al Capo del Cremlino è deportazione illegale di bambini. Insieme a Putin, è stato emesso un mandato anche contro Maria Alekseyevna Lvova-Belova, la funzionaria al centro del presunto piano per deportare con la forza migliaia di bambini ucraini in Russia.

La notizia arriva dopo che è stata ufficializzata per la prossima settimana, a Mosca, l’incontro tra Vladimir Putin e il presidente cinese Xi Jinping, che da poco ha ricevuto il rinnovo del mandato. I due firmeranno un documento su una “nuova era” della partneship e delle relazioni strategiche tra i due Paesi. Ne ha dato notizia il consigliere del Cremlino Yuri Ushakov citato dalla Tass. Un altro documento riguarderà lo sviluppo della cooperazione economica “fino al 2030”.

Inoltre, Putin è tornato a parlare della guerra in Ucraina, affermando che la Rusia farà “tutto per fermare ogni minaccia” alla Crimea e Sebastopoli. Lo ha detto alla vigilia del nono anniversario dell’annessione della penisola alla Federazione Russa. Il presidente, citato dall’agenzia Interfax, ha aggiunto che il governo realizzerà tutti i piani previsti per lo sviluppo economico della Crimea, compresi gli investimenti nel settore industriale e turistico.

Cos’è la Corte Penale Internazionale?

La Corte penale internazionale (CPI) è un tribunale permanente che ha sede a L’Aia, nei Paesi Bassi, e ha giurisdizione su quattro categorie di crimini internazionali: genocidio, crimini contro l’umanità, crimini di guerra e aggressione.

La CPI è stata istituita nel 2002 con il Trattato di Roma, che è stato ratificato da 123 Paesi. La Corte ha lo scopo di perseguire e giudicare gli individui responsabili di questi gravi crimini quando i Paesi coinvolti non sono in grado o non vogliono farlo. La CPI può anche indagare e perseguire i crimini commessi da governanti, capi militari e altre autorità di governo.

La Russia – giusto sottolinearlo – ha firmato il Trattato di Roma nel 2000 ma non lo ha ratificato e quindi non è uno Stato parte della Corte penale internazionale (CPI). La Russia ha, infatti, espresso preoccupazioni per l’indipendenza e la parzialità della CPI e ha criticato alcune delle sue decisioni e indagini, in particolare quelle relative al conflitto in Georgia e alla situazione in Ucraina. Tuttavia, la CPI ha giurisdizione su tutti i crimini commessi sul territorio di uno Stato parte, indipendentemente dalla nazionalità dell’autore, e la Russia potrebbe essere soggetta alla giurisdizione della Corte se commettesse crimini internazionali su un territorio di uno Stato parte.

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