Il rifiuto di consentire a 2mila donne di assistere a una partita della fase di qualificazione ai Mondiali del 2022 potrebbe costare all’Iran anche l’esclusione dal torneo dopo avere ottenuto in campo il diritto a partecipare alla fase finale che si svolgerà in Qatar.
Il fatto è accaduto martedì scorso, 29 marzo, allo stadio Imam Reza, nella città di Mashhad, dove non è stato consentito a 2mila donne di accedere nell’impianto, nonostante avessero acquistato il biglietto per assistere alla partita tra l’Iran – già qualificato – e il Libano.
Questa situazione sembrava superata dopo che, nell’ottobre del 2019, era stata consentita la presenza, seppur ridotta, delle donne sugli spalti nel match tra Iran – Cambogia e, dopo la pandemia, nella gara con l’Iraq. Quindi, quanto accaduto a Mashhad, potrebbe avere conseguenze per l’Iran, tra cui l’esclusione dai Mondiali del 2022 anche se, al momento, pare un’ipotesi remota.
In relazione a ciò, da ieri circola la voce sul web che il posto dell’Iran potrebbe essere preso dall’Italia dopo la mancata qualificazione in seguito alla sconfitta di Palermo con la Macedonia del Nord (poi battuta dal Portogallo di Cristiano Ronaldo che ha così guadagnato il posto in Qatar).
Tale prospettiva, però, è molto lontana anche se, nel 2019, la FIFA diede un ultimatum a Teheran sulla presenza del pubblico femminile negli stadi, avvertendo che se questo comportamento si fosse ripresentato, ci sarebbe stato il rischio di escludere la squadra dalle competizioni internazionali. Inoltre, le immagini diffuse sui social media – con lo spray al peperoncino spruzzato verso le donne mentre protestavano per il mancato accesso allo stadio – hanno generato una raffica di critiche sia in Iran che altrove e il governo di Teheran ha già annunciato un’indagine.
Infine, secondo i media locali, solo nove donne avrebbero acquistato i biglietti ma nell’area maschile altre donne avrebbero comprato biglietti falsi per cui il loro ingresso non è stato consentito.
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