Oggi, venerdì 9 luglio, a Roma, ci sono stati i funerali di Raffaella Carrà presso la chiesa di Santa Maria in Ara Coeli, in piazza del Campidoglio.

Uno dei frati cappuccini che hanno officiato la funzione, durante l’omelia, ha annunciato: «Raffaella è tornata spesso a San Giovanni Rotondo anche in forma privata, ed era suo desiderio tornarci. L’urna di Raffaella dunque, tornerà a San Giovanni Rotondo, e farà tappa lì prima di andare verso il Monte Argentario».

Raffaella Carrà «combatteva contro un male che l’ha spuntata sulla sua tenacia, la voglia di vivere, il modo deciso e risoluto di affrontare le sfide della vita e del lavoro», ha detto il frate cappuccino durante l’omelia, ricordando «il talento, la personalità, l’umanità e la bellezza di una donna donna straordinaria che ha saputo conquistare il cuore di milioni di persone».

«Una volta – ha raccontato- mi disse che non avrebbe mai immaginato una carriera come quella che stava realizzando. Forse lei per prima si stupiva del suo talento che l’ha resa una donna carismatica. Ma il carisma è un dono elargito non per se stessi ma dato a vantaggio degli altri. Diventa efficace quando reso fruibile da chi ci sta accanto, da chi ci percepisce come punti riferimento. Raffaella credo ci lasci questo esempio. Il suo successo professionale, la popolarità e la capacità di suscitare sentimenti profondi sono scaturiti soprattutto dalla sua umanità e dalla consapevolezza che il suo talento poteva dare molto al suo pubblico, che ogni persona è preziosa e meritevole di attenzione e rispetto».

Il frate ha ricordato anche il suo «atteggiamento inclusivo. Tutti coloro che entravano in contatto con lei si sentivano compresi e accettati, mai un giudizio sprezzante o mortificante ma sempre e solo un sorriso accogliente che raggiungeva l’altro come una carezza sincera e rassicurante».

Infine, il saluto: «Ciao Raffaella, goditi il meritato riposo nella ‘fiesta’ del cielo».

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