La presunta ‘amante’ di Vladimir Putin, la 38enne Alina Kabaeva, ha sfidato le sanzioni e si è mostrata in pubblico con un vestito dal valore di 2.400 euro durante una parata con il simbolo della Z a sostegno dell’invasione russa dell’Ucraina. La donna ha, infatti, partecipato a un festival di balletti di ginnastica ‘patriottica’ accompagnati da un coro militare in uniforme.
L’ex medaglia d’oro olimpica è riapparsa a Mosca dopo le voci secondo cui si nascondeva in uno chalet svizzero o in un bunker nucleare siberiano dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, cominciata il 24 febbraio scorso. L’evento comprendeva alcune delle canzone più patriottiche dell’Unione Sovietica per celebrare la vittoria sul nazista ma anche il simbolo Z che, in Occidente, è sempre più paragonato alla svastica della bandiera del partito di Adolf Hitler.
La 38enne Kabaeva ha sfoggiato un abito fucsia di seta della stilista londinese Alessandra Rich al festival annuale. Inoltre, sul petto la donna aveva anche il nastro patriottico di San Giorgio che è collegato alla vittoria nella seconda guerra mondiale: “Questo tema, questa storia, non riguarda solo il passato. Resta con noi”, ha affermato.
Insomma, stesso slogan di Vladimir Putin, secondo cui la guerra in corso è contro i ‘nazisti’ che governano l’Ucraina: “Questa celebrazione non è solo per l’intero Paese, questa è una festa per ogni famiglia – ha proseguito la Kabaeva – Ogni famiglia ha una storia di guerra. E non dobbiamo dimenticarlo mai, ma dobbiamo tramandarlo, di generazione in generazione”.
Durante lo spettacolo, le ragazze di età diverse erano vestite con uniformi belliche e hanno rappresentano la Russia, la Bielorussia e anche l’Ucraina. L’evento andrà in onda in televisione il prossimo 8 maggio, alla vigilia della parata militare nella Piazza Rossa per commemorare il “Giorno della Vittoria”. Lo stesso Putin dovrebbe usare quel giorno per rivendicare il ‘trionfo’ dell’operazione militare speciale in Ucraina che, però, tarda ancora da arrivare grazie alla resistenza del popolo ucraino e nonostante le tante vittime tra le fila dell’esercito del Cremlino.
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