Riaprire i locali da ballo ormai chiusi da 18 mesi, vincolandone l’accesso ai possessori di green pass, e prevedere misure di ristoro calcolate sulla base dei fatturati perduti e sui costi sostenuti. Sono queste le principali richieste inoltrate dal presidente di Silb-Fipe Confcommercio, il sindacato italiano dei locali da ballo, Maurizio Pasca, e da Luciano Zanchi, presidente di Assointrattenimento Confindustria, al capo di Gabinetto del ministro Roberto Speranza, Goffredo Zaccardi, nel corso dell’incontro che si è tenuto ieri a Roma.
Chiesta la fine del “lockdown” per la categoria
Un incontro cordiale e produttivo, durante il quale le principali associazioni di categoria del settore delle discoteche hanno rinnovato il loro appello al governo per interrompere un lockdown che dura dal primo giorno di pandemia. “Abbiamo ricordato al braccio destro del ministro – spiegano Pasca e Zanchi – che il Comitato Tecnico Scientifico già da fine aprile ha dato parere favorevole alla riapertura in sicurezza dei nostri locali. Eppure da allora nulla si è mosso”.
Intanto prolifera l’abusivismo
“Abbiamo inoltre sottolineato – precisano sempre gli esponenti di Confcommercio e Assointrattenimento – come il perdurare della chiusura delle discoteche stia favorendo la moltiplicazione di occasioni di festa e di ballo abusivi e fuori controllo. Questa estate ne abbiamo avuto la prova a più riprese e non solo in occasione del mega rave tra Lazio e Toscana. È fondamentale ripristinare la legalità, ridando agli imprenditori la possibilità di lavorare sotto stretto controllo, garantendo loro allo stesso tempo degli equi rimborsi in base alle perdite accumulate in questi 18 lunghi mesi”.
Richieste anche dai cinema
Sempre ieri si è levata anche la voce di chi rappresenta la categoria dei cinema chiedendo riaperture. Si tratta di un caso specifico della Sicilia sulla base dell’ordinanza del 31 agosto scorso del presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, che consente l’attività di ristorazione (bar, pizzerie, pub, pasticcerie, panifici e similari) nei comuni di Comiso e Vittoria, che si trovano in zona arancione, all’aperto e anche al chiuso (solo ai clienti dotati di greenpass), mentre i cinema non possono riprendere l’attività. “Una scelta incomprensibile” secondo Giuseppe Gambina, presidente Anec Ragusa, che ha sottolineato come dal 6 agosto scorso per entrare al cinema, sia al chiuso che nelle arene all’aperto, vengono richiesti: il greenpass; la misurazione della temperatura; la firma nell’elenco dei clienti che viene tenuto per 14 giorni; il distanziamento sociale; la mascherina.
Commenta con Facebook