- Una collettiva allestita in una strada del centro storico di Palermo
- Si parla del disagio dei giovani durante il lockdown
- L’inaugurazione il 3 settembre, alle 20, in via Seminario Italo Albanese
Dieci artisti under diciotto, provenienti da tutta Italia, che attraverso dieci opere raccontano a Palermo il disagio e le sensazioni sperimentate durante il lockdown. Si chiama “Toccami, l’assenza di un abbraccio diventa arte”, la collettiva che verrà allestita in una strada del centro storico del capoluogo siciliano nel corso di una due giorni in programma il 3 e il 4 settembre, dalle 18 alle 24, in via Seminario Italo Albanese.
Inaugurazione il 3 settembre
Da un’idea di Rosa Di Stefano nasce la collettiva, che ha anche prodotto, e che verrà inaugurata il 3 settembre, alle 20, alla presenza del vicesindaco Fabio Giambrone. “Come curatore della collettiva – dice Rosa Di Stefano – ho voluto che a far da crogiolo a questa mostra che porta il grido proprio degli adolescenti, fosse un ragazzo palermitano under diciotto e che come tutti i suoi coetanei ha sperimentato in prima persona quella sensazione di solitudine e isolamento che ha generato nei giovani il periodo del lockdown.” Il suo nome è Daniele Ficarra, diciassette anni, studente del liceo linguistico Ninni Cassarà.
Giovane vulnerabili durante il lockdown
“In questo particolare momento storico ci siamo resi conto della vulnerabilità di noi giovani. Nell’età descritta da tutti come la più bella che ci sia, nell’età più fiorente e dello sviluppo, un giovane ha assistito improvvisamente ad una pausa temporale che ha portato incertezza sul futuro”, spiega Daniele, che prosegue: “Abbiamo dovuto fare i conti con la privazione di un abbraccio, di uno scambio umano, di un momento di socialità. I nostri sogni sembravano svaniti. Oggi che pian piano stiamo tornando alla normalità ci sembra giusto raccontare ciò che abbiamo vissuto, per fare memoria, nella speranza che tutto ciò possa non ripetersi più”, conclude il giovane curatore.
I nomi delle opere
Ogni nome delle dieci opere, già da solo, basta per raccontare queste sensazioni. C’è, infatti, “Ostacolo”di Gianluca Bisconti, “Diciannove”di Hybla di Giacomo, ma anche “E ti vengo a cercare”, opera realizzata da Asia Tirelli, 17 anni, proveniente da un piccolo paesino dell’Emilia Romagna, che spiega:“In un paesino veramente piccolo, come quello da dove provengo, il senso di isolamento è stato ancora più evidente”. E poi c’è “Tuffo”, opera di Giovanna Bagarello, che racconta “l’attimo che precede l’abbraccio di due amanti. Un abbraccio che è stato bruscamente interrotto dalla pandemia e dal lockdown e che quindi è quasi rimasto in sospeso”, ha spiegato la giovane artista. E poi c’è “Repressione”, opera nella quale la giovane Irene Cuccia racconta il come ha immaginato il contatto con l’altro in un momento in cui questo semplice gesto non era possibile.
Una estemporanea
Nel corso della serata che inaugura la collettiva, l’artista Riccardo Pieraccionirealizzerà un’installazione estemporanea dal titolo“Sotterrami/Quia pulvis es, et in pulverem reverteris”. “Il titolo è ispirato alla celebre frase polvere sei e polvere ritornerai. Noi, infatti, siamo nati dalla cenere e quando moriremo ritorneremo cenere”, spiega l’artista, che sottolinea:“La cenere è ciò che ci connette con l’infinito del tempo, perché è l’unico elemento che resta sempre lì, segno che questa solitudine, questa sensazione, in qualche modo, resterà per sempre”, conclude Riccardo Pieraccioni.
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