Aaron Campbell, 20 anni, condannato per l’omicidio di Alesha MacPhail, 6 anni, è stato portato in ospedale dopo essere stato “percosso selvaggiamente in prigione”.

Campbell è stato pocchiato mercoledì scorso, 1 giugno, nella sua cella, al Polmont Young Offenders, carcere della Scozia. Stando a quanto riportato dal The Sun, l’aggressione ha lasciato il 20enne con il “dente davanti al labbro”. Gli agenti penitenziari hanno allontanato l’aggressore mentre continuava a picchiarlo, con calci e pugni.

George Lochrane, 79 anni, bisnonno di Alesha, ha commentato così quanto successo: “Spero stia soffrendo. L’unica cosa di cui mi dispiace è che io non sia riuscito a farlo da solo”.

Una fonte della prigione ha rivelato che l’aggressore “ha spinto Campbell sul suo letto e ha cominciato a picchiarlo”. Il 20enne, solitamente, veniva tenuto separato dagli altri detenuti a causa dell’efferato crimine commesso. A quanto pare, gli agenti di custodia, per pochi minuti, hanno lasciato la sua cella aperta, sufficienti per alcuni detenuti per massacrarlo di botte e mandarlo in ospedale. Una fonte ha, infatti, spiegato: “La sua porta era rimasta brevemente aperta durante l’ora dei pasti e qualcuno ha visto l’opportunità e l’ha colta, ha spinto Campbell sul suo letto e ha iniziato a colpirlo”.

Era il 2 luglio 2018 quando il 20enne violentò e uccise la piccola Alesha ed è stato condannato all’ergastolo con una pena minima di 27 anni. Il giudice del processo, Lord Matthews, disse che l’allora adolescente aveva commesso “uno dei crimini più malvagi di cui questa corte abbia mai sentito parlare in decenni di lotta alla depravazione” e descrisse Campbell come un “individuo freddo, calcolatore, spietato e pericoloso” e “completamente privo di empatia per la vittima”.

Campbell avrà diritto alla libertà condizionale quando avrà 40 anni e sarà trasferito in una prigione per adulti quando ne compirà 21 anni.