Il rientro in classe si avvicina, ma per studenti, famiglie e docenti non sarà un anno come gli altri. Il 2025/2026 segna un cambio di passo per la scuola italiana: percorsi tecnici in quattro anni, stop agli smartphone anche alle superiori, nuove regole sulla condotta, programmi aggiornati e strumenti di comunicazione sempre più digitali.
A fronte di un calo demografico senza precedenti – 134mila studenti in meno in un solo anno – il governo rilancia, puntando su innovazione didattica, disciplina e integrazione tra scuola e mondo del lavoro. Ecco i principali cambiamenti in arrivo da settembre.
Tecnica e lavoro: parte il modello 4+2
È il cuore della riforma. In 400 istituti tecnici e professionali partirà ufficialmente la nuova filiera formativa “4+2”: quattro anni di scuola superiore più due negli ITS Academy. Un modello che anticipa di un anno il diploma, come già accade in Germania o Svizzera, e che coinvolgerà circa 10mila studenti. I programmi saranno aggiornati, non semplicemente compressi, mentre i docenti resteranno invariati per garantire continuità e qualità didattica.
Il ministero ha, inoltre, stanziato 369 milioni per avviare campus integrati con laboratori, aziende e territori. L’obiettivo è quello di costruire hub formativi che offrano esperienze reali di scuola-lavoro già a partire dal secondo anno. I percorsi saranno, così, agganciati alle esigenze produttive locali, in logica di filiera. Previsti anche accordi con le Regioni e gli Uffici scolastici regionali. I primi dati confermano l’interesse: in pochi mesi, i percorsi attivati sono saliti da 225 a oltre 600.
In parallelo, si prepara un ulteriore passo avanti. L’istruzione tecnica si arricchirà dal 2026/27 di indirizzi e quadri orari più flessibili, articolati su due macrosettori: economico e tecnologico-ambientale. Saranno potenziate le discipline di indirizzo e introdotta la metodologia CLIL, con insegnamento in lingua inglese.
Gli ITS Academy, intanto, crescono: ad oggi si contano 150 istituti con 40mila studenti. In arrivo un potenziamento dei fondi da 48 a 300 milioni e nuove regole che permetteranno anche ai diplomati ITS l’accesso alla Pubblica Amministrazione con contratti di apprendistato.
Stop agli smartphone: il divieto arriva anche alle superiori
Da settembre entrerà in vigore una misura attesa e discussa: l’estensione del divieto di utilizzo dei telefoni cellulari anche alle scuole superiori. Già applicato alle scuole del primo ciclo, il divieto sarà ora valido per tutte le istituzioni del secondo ciclo, durante l’intero orario scolastico e non solo durante le lezioni. Il provvedimento, voluto dal ministro Valditara, è motivato da studi scientifici che evidenziano gli effetti negativi dell’uso eccessivo dello smartphone su apprendimento, benessere psicologico e rendimento scolastico degli adolescenti.
Le scuole dovranno aggiornare regolamenti interni e patti di corresponsabilità educativa, prevedendo sanzioni per chi non rispetta il divieto. Previste eccezioni solo nei casi di utilizzo previsto da piani educativi individualizzati (per studenti con disabilità o disturbi specifici di apprendimento), per necessità personali documentate o per esigenze didattiche specifiche nei percorsi tecnologici. Saranno invece consentiti altri strumenti digitali, come tablet, PC e lavagne elettroniche, il cui uso sarà regolato dall’autonomia delle singole scuole.
Tutela per tutti: estesa l’assicurazione INAIL
Diventerà strutturale la tutela assicurativa INAIL per oltre 10 milioni tra studenti, docenti e personale scolastico. Dopo due anni di sperimentazione, la copertura verrà estesa a tutte le scuole, comprese quelle paritarie e private, includendo anche l’infanzia, l’università, i percorsi regionali di formazione professionale, i centri per adulti e gli ITS Academy.
Per gli studenti, la copertura riguarderà tutti gli eventi lesivi – infortuni e malattie professionali – verificatisi negli spazi scolastici o durante attività riconducibili all’attività formativa. Per il personale scolastico, la tutela si estenderà a ogni attività di insegnamento, compreso l’infortunio in itinere, che invece resta escluso per gli studenti, salvo nei casi di percorsi in alternanza scuola-lavoro.
Nuovi programmi e scuola più digitale
Alla primaria torneranno i giudizi sintetici (da “ottimo” a “non sufficiente”) e si introdurrà l’informatica tra le materie base. Alle medie sarà possibile scegliere il latino, mentre si rafforzeranno le discipline STEM, la grammatica, la geografia e la musica fin dall’infanzia.
Sul fronte amministrativo, debutterà ComUnica, la piattaforma digitale per semplificare il dialogo tra scuola e famiglia. Attraverso il portale sarà possibile gestire online iscrizioni, deleghe, autorizzazioni e certificati, riducendo burocrazia e tempi.
Condotta: con il 5 si boccia. Sanzioni contro le aggressioni
Dal 2025/26 tornerà la valutazione numerica della condotta. Il 5 comporterà automaticamente la bocciatura. Comportamenti scorretti ripetuti e gravi faranno media. Con il 6, invece, scatterà un debito formativo in educazione civica da recuperare con un elaborato critico. In caso di sospensione superiore ai due giorni, lo studente dovrà svolgere attività di cittadinanza solidale.
Introdotte anche sanzioni pecuniarie da 500 a 10mila euro contro chi aggredisce il personale scolastico. Raddoppiate le pene detentive: fino a 7 anni e mezzo per violenze fisiche.
Tutor e orientamento, più welfare e assunzioni
Confermati i tutor e gli orientatori nelle scuole superiori: percorsi obbligatori di 30 ore di orientamento formativo coinvolgeranno studenti dalla terza in poi. Sul fronte welfare, dal 2026 debutterà una polizza sanitaria integrativa per tutto il personale scolastico, finanziata con 260 milioni di euro. Previsti anche sconti su trasporti, alimentari e mutui grazie a convenzioni con aziende e banche.
Sul fronte assunzioni sono già stati immessi in ruolo oltre 48mila docenti, ma restano circa 150mila supplenti, in gran parte sul sostegno. In arrivo 72mila posti per la specializzazione, anche attraverso percorsi gestiti da Indire.
Denatalità e dispersione: la doppia sfida per la scuola
A settembre ci saranno 134mila alunni in meno. Un calo demografico che pesa soprattutto sul primo ciclo e che ha avuto un effetto sugli organici (ridotte già 5.660 cattedre).
Intanto la lotta alla dispersione scolastica prosegue con Agenda Sud e Nord, che coinvolgono 5mila scuole e prevedono investimenti per più docenti, tempo scuola e attività sportive. I primi risultati sono già visibili: la dispersione è scesa all’8,5%, meglio delle attese fissate dall’Europa. A sostegno di queste misure il PNRR ha stanziato 1,5 miliardi, mentre sul fronte normativo arrivano sanzioni più severe per i genitori che non garantiscono la frequenza obbligatoria dei figli.
Esame di maturità, stretta sul colloquio e rilancio dell’orale
Dal 2026 cambierà l’orale dell’esame di Stato (che tornerà a chiamarsi “maturità”). Dopo i numerosi casi di studenti rimasti in silenzio o che hanno rifiutato di collaborare con la commissione, il ministero dell’Istruzione ha annunciato una stretta: chi si presenta all’orale e sceglie deliberatamente di non rispondere alle domande, non per mancanza di preparazione ma per protesta o boicottaggio, sarà bocciato.
L’orale diventerà una prova multidisciplinare integrata, valorizzando anche i percorsi scuola-lavoro, il curriculum dello studente, le attività di orientamento e le competenze di educazione civica.
Pnrr e classi 4.0: verso la scadenza 2026
Resta, infine, da completare la realizzazione degli asili nido (con oltre 578 milioni ancora da spendere) e dei progetti Scuola 4.0, che prevedono 100mila aule trasformate in spazi innovativi e laboratori per le professioni del futuro. Il tutto da chiudere entro il 30 giugno 2026.
In campo anche interventi per il potenziamento delle competenze STEM e multilinguistiche, rivolti a studenti e docenti. Prosegue inoltre la formazione digitale obbligatoria per tutto il personale scolastico. Per gli istituti tecnici e professionali del nuovo modello 4+2 sono previsti campus integrati, in collaborazione con ITS Academy, scuole, università e imprese.
Un anno scolastico, quello 2025/2026, che si apre all’insegna del cambiamento: tra riforme strutturali, nuove sfide educative e investimenti strategici, la scuola italiana è chiamata a misurarsi con un profondo processo di trasformazione.






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