Patrimonio della Biosfera dall’UNESCO”.  Si tratta del famoso Delta del Po dove, secondo il WWF, si sarebbe riscontrata la presenza di richiami acustici, ossia mezzi di caccia vietati dalla legge. Nello stesso luogo, affermano sempre gli ambientalisti presenti nei luoghi con dei propri volontari, vi sarebbero state addirittura della “sparatorie”. Il tutto in piena aera protetta.

Passano i mesi e gli anni e la situazione rimane tragicamente uguale a sé stessa – denunciano gli attivisti – Di primo mattino in laguna Vallona, nel territorio di Porto Viro in area veneta, risuonavano, come da prassi, i famigerati richiami acustici vietati dalla legge e si udivano sparatorie di 7-8 e più colpi”.  Nei luoghi sarebbero state presenti delle “vedette” pronte ad avvisare i bracconieri dell’arrivo della vigilanza o di altri sgraditi ospiti. “Quando siamo stati avvistati – aggiunge il WWF – è piombato un innaturale silenzio in tutta la laguna. Naturalmente abbiamo registrato quanto abbiamo visto. Siamo pronti a scommettere che situazioni analoghe fossero in atto in tutte le lagune deltizie”.

I volontari hanno quindi contattato il numero verde provinciale per segnalare la situazione palesemente fuori controllo ma è stato risposto che era disponibile una sola pattuglia in servizio in tutto il Delta e nessun natante a supporto. Secondo il WWF, infatti, le barche sono in secca da tempo e su questo l’associazione ha chiesto chiarimenti agli organi competenti. Senza un mezzo natante, infatti, è impossibile raggiungere gli appostamenti di eventuali bracconieri allestiti in mezzo alle lagune.

Il WWF ricorda come i crimini di natura sono una delle piaghe che colpiscono la fauna protetta italiana e purtroppo l’area del Delta del Po, in particolare nell’area veneta, è una delle ‘aree calde’ per il bracconaggio in Italia. Per questo gli ambientalisti hanno da tempo chiesto che l’intera area del Delta del Po sia tutelata unitariamente come parco nazionale e che ci sia, dopo la recente riforma del Codice Penale che ha introdotto il Delitto contro l’ambiente, l’inasprimento delle sanzioni penali a tutela della fauna selvatica, ispirando i contenuti di un disegno di legge presentato al Senato (primo firmatario il Senatore Sollo). Il WWF Italia ha anche elaborato una proposta di legge proponendo il “Delitto di uccisione di specie protetta”, con pene sia detentive che pecuniarie più severe e adeguate alla gravità.

In ultimo si ricorda che tutte le lagune del Delta del Po rientrano anche nel sistema di aree per la protezione delle specie animali e vegetali intitolata “Rete Natura 2000” che comprende le Zone di Protezione Speciale (ZPS) e i Siti di Interesse Comunitario (SIC). Tale sistema di aree protette è conseguenza di una convenzione internazionale, la Convenzione sulla Biodiversità, varata nel 1992 a Rio de Janeiro e sottoscritta anche dall’Italia. Il delta del Po è inoltre stato di recente dichiarato Area MAB dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità.

L’azione antibracconaggio del WWF è attiva su tutto il territorio, grazie alle oltre 300 Guardie volontarie venatorie attive su tutto il territorio italiano e il sostegno concreto di centinaia di attivisti.

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