Il Consiglio dei ministri ha approvato il disegno di legge sulla separazione delle carriere ma nel testo manca la figura dell’avvocato. Ciononostante l’avvocatura, come riportato dal Sole 24 Ore, ringrazia il ministro della Giustizia Carlo Nordio e si dice fiduciosa sul fatto che inserirà l’avvocato in Costituzione.
Greco: “Finalmente un giudice terzo equidistante”
“Immaginiamo che l’avvocato in Costituzione sia mancato perché la riforma ha riguardato la magistratura – dice il presidente del Consiglio nazionale forense Francesco Greco – e che sarà inserito in altri provvedimenti. Nei prossimi giorni vedrò il ministro e mi farò chiarire le sue idee. In ogni caso a fronte dell’impegno assunto non ci è stata comunicata alcuna volontà di fare passi indietro. Con la previsione di due Csm è stato messo in atto un passaggio obbligato – aggiunge Greco – il mantenimento di un solo organo di autogoverno, avrebbe annacquato la riforma”. Greco è convinto che ci sarà finalmente un giudice terzo equidistante da accusa e difesa.
Gallo: “Grazie al ministro Nordio”
Della stessa opinione Accursio Gallo, segretario nazionale dell’Organismo congressuale forense: “Possiamo dire solo grazie al ministro Nordio, perché è stato raggiunto un grande traguardo di dignità non solo giudiziaria ma sociale. Era un’antica battaglia alla quale è stato dedicato anche troppo tempo. Nordio ha preso un impegno e sono sicuro che lo manterrà, la pari “dignità” dell’avvocato nella giurisdizione resta un prossimo obiettivo, come lo è la responsabilità dei magistrati. Troppi gli errori giudiziari che molto ci costano a livello europeo”.
Petrelli: “Studiamo il testo, ma siamo soddisfatti”
Soddisfatto anche il presidente dell’Unione italiana delle Camere penali, Francesco Petrelli: “Stiamo studiando il testo, perché le riforme costituzionali sono sempre complicate da leggere, per le connessioni in cui si vanno ad inserire – spiega Petrelli – siamo però molto soddisfatti perché la norma ricalca le linee fondanti della nostra proposta di riforma costituzionale di iniziativa popolare che, nel 2017, abbiamo portato in Parlamento, supportandola con 71mila firme di cittadini. La magistratura va tutelata da ingerenze esterne ma anche da quelle di altri magistrati”.
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