Roberto Burioni, virologo e doccente all’Università Vita di Milano, spesso ospite di Fabio Fazio a Che tempo che fa?, intervistato dal Corriere della Sera ha annunciato: «Torno alla mia vera aula, quella universitaria e starò in silenzio stampa almeno fino all’autunno. Ho detto quello che dovevo».
E ancora: «Il linguaggio e i tempi della tv non sono quelli della scienza» ma «si viene travisati. Mi hanno attribuito di tutto. Ora che la situazione epidemiologica italiana sta migliorando, faccio un passo indietro».
A proposito poi delle critiche ricevute sul web circa il suo presenzialismo in televisione, Burioni ha citato un monitoraggio di Agcom: «Nel periodo più buio, dal primo marzo al 30 aprile, non sono entrato nemmeno nei primi dieci più presenti nel dibattito pubblico», ricordando che «ho fatto quello che ritenevo giusto: sin dall’8 gennaio ho cominciato a preoccuparmi per quelle ‘strane polmoniti’ che si vedevano in Cina e ho preso a studiare le carte mediche».
Tuttavia, sul web gira anche un meme con Burioni che dice ‘In Italia il virus non circola’: «Ecco, questo non me lo spiego: l’ho detto in un momento in cui non c’era alcuna evidenza, come se ora lei mi chiedesse se in Italia circola la malaria. Dovrei rispondere che circola? Però nessuno va a prendere le frasi che ho rilasciato il 22 gennaio, quando ho detto: ‘Le autorità europee hanno affermato che il rischio che il virus arrivi in Europa, e in particolare in Italia, è minimo. Io non sono per niente d’accordo con loro, ma spero vivamente di sbagliarmi’. Che dire? In Italia ti perdonano tutto, ma non la popolarità».
Burioni ha poi detto «Oggi la politica ci chiede certezze ma quando, appena qualche mese fa, dicevamo che i vaccini sono indispensabili, una certa politica ci ha sbeffeggiato e ha strizzato l’occhio ai complottisti».
Infine, a proposito dell’inchiesta dell’Espresso, che ha anche fatto i conti sulle sue consulenze, il virologo ha affermato: «Dico una cosa semplice: chi dovrebbe aiutare la ripartenza di un Paese se non un esperto di queste questioni? Se la Ferrari mi chiede un aiuto, dovrei dire di no? Io ritengo che sia un dovere dare una mano. E un professionista va pagato, perché altrimenti si tratta di sfruttamento. Mi hanno accusato di speculare sulla pandemia persino quando è uscito il mio ultimo libro, Virus, anche se tutti sapevano che i proventi sarebbero andati alla ricerca».
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