Ognuno di noi spera che la pandemia di coronavirus scompaia da sola e che presto diventi un lontano ricordo. Però, non c’è alcuna certezza al riguardo. Anzi, molti scienziati ritengono che una seconda ondata sarà inevitabile. Tuttavia, la domanda più gettonata del momento è: ci si ammalerà di meno di Covid-19 in estate?

Ebbene, uno studio recente brasiliano suggerisce che la stagione calda potrebbe sì aiutare ma senza fare miracoli se non con l’ausilio fondamentale delle misure che già sappiamo (distanziamento sociale, lavarsi le mani spesso, la mascherina da indossare nei luoghi pubblici, ecc.).

Ora, un ambiente freddo e secco o caldo e molto umido possono contribuire alla trasmissione del virus dell’influenza. Per quanto concerne, però, i virus del raffreddore, pare che l’ambiente freddo e secco sia il principale fattore ambientale che favorisce più probabilità di infezione, spesso causata da coronavirus ‘benigni’.

Da ciò, quindi, possiamo supporre che il SARS-CoV-2 ci ptrebbe lasciare in pace in quest’estate. O almeno ci darà un po’ di tregua ma non smetterà del tutto di circolare da solo.

Tornando allo studio brasiliano, come riportato su Futura-Sciences.com, i ricercatori hanno notato che ogni aumento di 1 grado Celisus, da 16,8 a 25,8, riduce la trasmissione del SARS-CoV-2 del 4% per grado nelle città con un clima subtropicale. Oltre a questo, la velocità di trasmissione si stabilizza. Da ciò ne consegue che possiamo sperare che un piccolo aumento delle temperature limiti la trasmissione del virus anche se ciò che è stato osservato nello studio brasiliano riguarda alcuni determinati fattori climatici.

Quindi, per continuare a contenere l’epidemia, dobbiamo sì sperare nel caldo ma non confidare che sarà l’unica soluzione momentanea.