Una spia russa si sarebbe infiltrata nella NATO a Napoli per 10 anni.

Lo sostiene un’inchiesta condotta per dieci mesi dal quotidiano Repubblica, insieme al sito investigativo Bellingcat, al settimanale tedesco Der Spiegel e a The Insider. Ricostruita, infatti, la missione segreta della “protagonista della più clamorosa operazione d’intelligence” realizzata dalla Russia in Italia.

La spia ha un nome: Maria Adela Kuhfeldt Rivera, 30enne, nata in Perù da padre tedesco che si sarebbe inserita nei circoli mondani di Napoli, riuscendo a infiltrarsi tra il personale della base NATO e della VI Flotta degli USA: “cosmopolita e spigliata che parla sei lingue e ha avviato un’azienda per produrre gioielli”.

Su Repubblica si legge: “La traccia principale che la collega ai servizi segreti di Mosca è il passaporto russo usato per entrare in Italia: appartiene alla stessa serie speciale utilizzata dagli 007 del Gru, l’intelligence militare agli ordini del Cremlino. La nostra inchiesta non è riuscita a ricostruire quali informazioni siano state ottenute dalla spia, né se sia stata capace di seminare virus informatici nei telefoni e nei computer dei suoi amici. È però entrata in contatto con figure chiave della Nato e della Marina statunitense: nessun agente russo era mai riuscito a penetrare così in profondità il vertice dell’Alleanza atlantica”.

Della donna si sarebbero perse le tracce nel settembre 2018 quando “è partita all’improvviso da Napoli con un volo per Mosca, senza più riapparire”, con un volo per Mosca.

Sulla vicenda è intervenuto, su Twitter, Benedetto Della Vedova, segretario di +Europa: “La vicenda della spia russa infiltrata nel quartier generale Nato a Napoli evidenzia una volta di più quanto sia fondamentale per il futuro dell’Italia fare chiarezza su Putin. La destra, in particolare con Salvini e Berlusconi, resta come minimo ambigua, anche sul sostegno all’Ucraina e sulle sanzioni. +Europa -Putin”.