Carlo Calenda, leader di Azione, a proposito degli Stati Generali, ha comunicato su Twitter che «come in passato Azione non è stata invitata al confronto con il Governo in occasione dei cosiddetti stati generali. La cosa mi lascia piuttosto indifferente, la segnalo solo a beneficio dei tanti che scrivono ‘date una mano al Governo’ . Non puoi aiutare chi non vuol farsi aiutare».

Eppure il premier Giuseppe Conte la settimana scorsa ha affermato: «Non intendo queste risorse che arrivano dall’Unione europea come un tesoretto di cui deve disporre il governo in carica, questo confronto si aprirà con la maggioranza ma anche con l’opposizione. Si tratta di un patto per la rinascita, progetti che decideremo insieme. È giusto che ci sia una partecipazione di tutte le forze e quindi anche dell’opposizione».

Intanto, sul fronte centrodestra, Conte ha già incassato il sì di Silvio Berlusconi, leader di Forza Italia, mentre si attende di conoscere ls decisione di Matteo Salvini per la Lega e Giorgia Meloni per Fratelli d’Italia.

Berlusconi ha già annunciato che parlerà con gli alleati: «Sono sicuro che si debba andare. Decideremo una linea comune e dovremo partecipare ad un appuntamento che, pur tardivamente, va nella strada che abbiamo indicato. Speriamo che stavolta l’ascolto non sia soltanto un atto formale».

Giorgia Meloni, però, pare sia orientata per il no, avendo detto: «L’invito a partecipare agli Stati generali? Non l’ho ricevuto, non ho capito bene cosa siano questi Stati generali, mi pare che ci sia enorme confusione. Se devo andare a fare una bella serata, non ci vado da parlamentare. Gli Stati generali a casa mia si fanno nel Parlamento della Repubblica. A me non interessa cosa farà il governo, anche perché questo governo prima va a casa e ci consente di votare meglio è. Voglio sapere di cosa si parla e voglio parlare di quello che si fa».

Salvini, invece, si è dimostrato più possibilista: «Io, da persona educata, vado a portare proposte». Tuttavia, parlando ai cronisti davanti a Montecitorio, il leghista ha affermato: «Più che sfilate e passerelle servono risposte concrete. Archistar? Persone famose? Ma migliaia di gente non ha lavoro. Al governo chiedo più sostanza e meno forma». L’invito agli Stati Generali è arrivato: «Un messaggino al telefono. Per educazione cerchiamo di capire cosa ci è richiesto. Va bene fare le sfilate nelle ville di Roma ma il luogo per discutere è il Parlamento. Non vedo cosa dovrebbe esserci diverso una villa dal Parlamento…. È inopportuno questo show. Conte e il governo si stanno dimostrando irresponsabili e sordi».

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