Se ne parla poco ma le persecuzioni contro i cristiani sono, purtroppo, all’ordine del giorno in molti Paesi dell’Africa. Ne è un triste e drammatico esempio quanto successo a Natale in Nigeria.

La Provincia dell’Africa Occidentale dello Stato Islamico (ISWAP) ha comunicato di avere ucciso undici prigionieri per vendicare l’assassinio dei loro leader Abu bakr al-Baghdadi e Abul-Hasan Al-Muhajir in Iraq e in Siria. Come documentato in un video, pubblicato mercoledì scorso, ISWAP aveva con sé tredici ostaggi, dieci cristiani e tre musulmani, a due dei quali è stata risparmiata la vita.

Come riportato dal Daily Mail, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha espresso le sue condoglianze tramite il portavoce Stephane Dujarric: «Il segretario generale è profondamente preoccupato per le notizie secondo cui civili vengono giustiziati e altri rapiti da un gruppo armato nello stato settentrionale del Borno, nel nord-est della Nigeria. Ha espresso le sue più sentite condoglianze alle famiglie delle vittime e ha ribadito la solidarietà delle Nazioni Unite con il popolo e il governo della Nigeria».

I prigionieri di Boko Haram in un video: 11 sono stati giustiziati.

Tuttavia, parole come queste non hanno alcun effetto: Boko Haram e ISWAP, infatti, hanno intensificato i propri attacchi contro obiettivi militari e civili in Nigeria. Il 24 dicembre scorso Boko Haram ha ucciso sette persone in un villaggio cristiano vicino alla città di Chibok. A bordo di camion e motociclette, i jihadisti hanno sparato ai residenti in fuga e bruciato le case, dopo avere saccheggiato il civo.

Chibok, inoltre, è la stessa città in cui nel 2014 Boko Haram rapì 276 studentesse, suscitando l’indignazione globale e attirando l’attenzione dell’opinione pubblica mondiale: 57 ragazze fuggirono poco dopo il rapimento; altre 107 sono state salvate o rilasciate dopo alcuni negoziati ma 112 sono ancora prigioniere.

Secondo le Nazioni Unite il conflitto in Nigeria ha provocato la morte di 36mila persone e la fuga di due milioni dalle loro case nel Nord – est.

Le violenze poi riguardano anche i paesi vicini: Niger, Ciad e Camerun, soprattutto. A tal proposito, il governo del Ciad ha annunciato ieri – giovedì 26 dicembre – di volere passare da una strategia difensiva a un’offensiva per contrastare Boko Haram. È chiaro che sarebbe necessaria una forza militare internazionale per contrastare i gruppi terroristici islamisti ma, per il momento, il resto del mondo si limita solo ad esprimere le condoglianze.

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