Sibilla Barbieri, regista e attrice, malata oncologica terminale, si è spenta in Svizzera dove era arrivata per potersi sottoporre al suicidio assistito. Lo ha reso noto l’associazione Luca Coscioni.

La donna, 58 anni, aveva deciso di intraprendere il viaggio all’estero in seguito al diniego della Asl romana di usufruire dell’aiuto medico alla morte volontaria.

Come ricordato dall’associazione, a metà settembre, la struttura sanitaria aveva comunicato la propria decisione, spiegando che la donna non possedeva i quattro requisiti previsti dalla sentenza Cappato\Dj Fabo della Corte costituzionale per poter accedere legalmente alla morte volontaria assistita. In particolare la commissione medica ha ritenuto che alla donna mancasse il requisito della dipendenza da trattamento di sostegno vitale.

Nell’ultimo video pubblicato prima del trasferimento in Svizzera, Sibilla Barbieri ha detto: “Questa è una discriminazione gravissima tra i malati oncologici e chi si trova anche in altre condizioni non terminali. Per questo ho deciso liberamente di ottenere aiuto andando in Svizzera perché possiedo i 10mila euro necessari e posso ancora andarci fisicamente. Ma tutte le altre persone condannate a morire da una malattia che non possono perché non hanno i mezzi, perché sono sole o non hanno le informazioni, come fanno? Questa è un’altra grave discriminazione a cui lo Stato deve porre rimedio”.

Sibilla Barbieri è stata accompagnata in Svizzera dal figlio e dall’ex senatore radicale Marco Perduca. Entrambi si autodenunceranno domani mattina, martedì 7 novembre, presso la stazione dei carabinieri Roma Vittorio Veneto e rischiano fino a 12 anni di carcere. Anche Marco Cappato si autodenuncerà in quanto legale rappresentante dell’Associazione Soccorso Civile che ha organizzato e sostenuto il viaggio di Sibilla Barbieri. Ad accompagnarli Filomena Gallo, legale difensore e segretario nazionale dell’associazione.

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