• Matteo Bassetti ha parlato del Super Green Pass.
  • Per l’infettivologo deve essere “molto rigoroso”.
  • Bassetti ha anche criticato il messaggio delle TV sugli effetti dei vaccini.

Il Super Green Pass? “Mi auguro che sia molto rigoroso. Io sono stato il primo a chiamarlo Super Green Pass, in un’intervista a Porta a Porta. Mi auguro che non venga fatta la solita cosa all’italiana. O si introduce tout court, cioé tutti utilizzano il Super Green Pass da subito per andare al ristorante, al cinema, al teatro, oppure se lo si mette solo in zona gialla diventa una misura cosmetica e senza senso, tanto vale non prenderla. Questa è una misura che serve per non andare in zona gialla”. Così Matteo Bassetti, primario di Malattie infettive all’ospedale San Martino di Genova, intervenendo a L’Italia s’è desta su Radio Cusano Campus.

TV E VACCINI

“In Italia, ma non solo, abbiamo ormai invertito ogni tipo di ordine normale – ha detto Bassetti parlando dei vaccini -. Di vaccini e di benefici dei vaccini parlano insegnanti, giuristi, politici e giornalisti, i medici che ne parlano vengono considerati come il diavolo. Ormai la tv è diventata la pubblicità negativa dei non effetti dei vaccini, bisogna dire grazie all’87% degli italiani che ha avuto l’intelligenza di ascoltare i medici e vaccinarsi. I media hanno fatto un disastro di mal informazione, puntando ai like e all’audience anziché a dare informazioni per il bene pubblico”.

LA DOSE BOOSTER

Bassetti ha aggiunto: “La dose booster prende gli anticorpi che si sono andati a nascondere in qualche parte del nostro organismo e li riporta fuori. Se tu non fai il booster in alcune occasioni è come se non avessi fatto le prime due dosi. Questo deve essere molto chiaro. Noi sappiamo che dopo 6 mesi inizia, in alcuni più rapidamente in altri meno rapidamente, la caduta di questi anticorpi”.

TERZA DOSE DOPO 4 MESI?

Quanto alla scelta dell’Austria di fare la terza dose dopo 4 mesi “non bisogna esagerare, altrimenti finiamo per confondere la gente”. “Noi comunque ad oggi abbiamo fatto poco più di 4 milioni di terze dosi e sono poche perché gli anziani e i fragili nel nostro Paese sono 20 milioni. Prima di pensare alle terze dosi per i quarantenni dobbiamo accelerare per far fare le terze dosi ad anziani e fragili, anche contattandoli direttamente”, ha concluso.

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