Il Super Green Pass ha come obiettivo ‘salvare’ il Natale. E Coldiretti ha analizzato gli effetti delle misure varate dal Consiglio dei Ministri, valide dal 6 dicembre al 15 gennaio, determinando che il DL salverà anche 14,1 miliardi di spesa delle famiglie in svaghi, regali, turismo e cibo.

“Si tratta – secondo Coldiretti – di un passo importante per sostenere la ripresa in atto e non fermare l’economia ed il lavoro in un momento particolarmente importante dell’anno per settori fortemente colpiti dalla pandemia, dall’intrattenimento allo shopping, dalla ristorazione al turismo”.

Nell’ultimo Natale pre Covid la quota maggiore di spesa è stata, infatti, destinata a regali (40%), cibo (28%), viaggi (19%) e intrattenimenti, dal cinema ai teatri (11%). Alla luce delle nuove misure possono cominciare a programmare le ferie i 10 milioni di italiani che lo scorso anno hanno rinunciato a viaggiare nel periodo delle feste di fine anno per raggiungere parenti, amici o fare vacanze. Tra le destinazioni turistiche a pagare il prezzo più alto – ha spiegato la Coldiretti – era stata la montagna con 3,8 milioni di appassionati che non avevano potuto raggiungere le piste da sci con effetti sull’intero indotto delle vacanze, dall’attività dei rifugi alle malghe con la produzione dei pregiati formaggi.

“Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole che con le attività di allevamento e coltivazione – continua la Coldiretti – svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l’abbandono e lo spopolamento”.

Rassicurati anche i 7 italiani su dieci che durante le feste di Natale e Capodanno si recano almeno una volta a mangiare fuori in uno dei circa 360 mila tra ristoranti, trattorie, pizzerie, agriturismi presenti nelle regioni.

“Una opportunità che salva un milione di posti di lavoro, con un effetto valanga sull’intera filiera agroalimentare con 70 mila industrie alimentari e 740 mila aziende agricole impegnate a garantire la forniture di cibo – ha ricordato l’associazione – La ristorazione è tra i settori più danneggiati dalla pandemia con i consumi alimentari degli italiani fuori casa che nel 2020 sono scesi al minimo da almeno un decennio con un crack senza precedenti per bar, ristoranti, trattorie e agriturismiche hanno dimezzato il fatturato (-48%) per una perdita complessiva di quasi 41 miliardi di euro. Ma la situazione si ripercuote a cascata sull’intero sistema agroalimentare con oltre un milione di chili di vino e cibi invenduti nell’anno della pandemia. La drastica riduzione dell’attività pesa infatti sulla vendita di molti prodotti agroalimentari, dal vino alla birra, dalla carne al pesce, dalla frutta alla verdura che trovano nel consumo fuori casa un importante mercato”.

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