Durante il 15° ciclo di colloqui bilaterali ad alto livello sugli affari marittimi, tenutosi ieri a Tokyo, il governo cinese ha pubblicato una dichiarazione in cui invita il Giappone a non interferire nella questione di Taiwan e a non intraprendere azioni che possano danneggiare i suoi interessi marittimi.

La delegazione di Pechino ha, inoltre, difeso le sue rivendicazioni sulle Isole Senkaku, amministrate dal Giappone, e ha invitato le controparti a rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Cina.

Tuttavia, nonostante le divergenze, i rappresentanti dei due Paesi hanno ribadito la loro volontà di rafforzare la cooperazione sugli affari marittimi e di risolvere eventuali controversie attraverso il dialogo e la consultazione.

È stato, inoltre, concordato di accelerare gli sforzi per stabilire una linea di comunicazione diretta per garantire la sicurezza marittima e di intensificare la cooperazione per contrastare i crimini transfrontalieri e la pesca illegale.

Durante i colloqui, la delegazione cinese ha espresso preoccupazione per la contaminazione delle acque dell’Oceano Pacifico causata dallo sversamento della centrale nucleare di Fukushima e ha invitato il governo giapponese a gestire la questione in modo “responsabile, trasparente, aperto, scientifico e sicuro”.

Il 15° ciclo di colloqui sugli affari marittimi tra Cina e Giappone è stato co-presieduto da Hong Liang, direttore generale del dipartimento per gli Affari di confine e oceanici del ministero degli Esteri cinese, e da Takehiro Funakoshi, direttore generale dell’ufficio per gli Affari dell’Asia e dell’Oceania del ministero degli Esteri giapponese.

Concluse le esercitazioni militari

La Cina ha concluso ieri tre giorni di esercitazioni militari attorno a Taiwan, intraprese dopo il ritorno della presidente di Taiwan, Tsai Ing-wen, dagli Stati Uniti, dove ha incontrato il presidente della Camera dei rappresentanti, Kevin McCarthy, e altri rappresentanti delle istituzioni statunitensi.

Le autorità di Taiwan hanno rilevato, sempre ieri, un record di 91 aerei e 12 navi da guerra cinesi. Di questi, 54 hanno attraversato la linea mediana dello Stretto, adottata convenzionalmente come confine territoriale con la Cina. La flotta dispiegata da Pechino nelle esercitazioni ha incluso anche la portaerei “Shandong”, varata il 26 aprile 2017 e capace di portare tra i 26 e i 28 cacciabombardieri Shenyang J-15, oltre a 12 elicotteri, quattro dei quali per la ricognizione radar.

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