Una incongruenza, per alcuni, quella dell’uso dei cosiddetti “richiami vivi”. Di recente il Governo ha vietato la cattura di piccoli passeriformi destinati a diventare richiami per i cacciatori di appostamento. La scelta, probabilmente, è stata dettata dalle procedure dell’Unione Europea sulla possibile infrazione italiana alla Direttiva comunitaria che protegge gli uccelli selvatici. In realtà alcune Regioni avevano lungamente concesso, tramite leggi ed altri provvedimenti, la cattura.
L’uso di tali animali, però, continua ad essere consentito alimentando così le polemiche in campo protezionistico che asseriscono la continuata cattura, ovviamente in maniera illegale. In altri termini l’apporto regolare di piccoli animali da allevamento potrebbero non essere sufficiente.
L’ultimo sequestro di piccoli uccelli selvatici è avvenuto nelle scorse ore in provincia di Brescia. Secondo quanto reso noto dalla Polizia Provinciale, un bracconiere sarebbe stato sorpreso mentre era intento a controllare le reti per la cattura dei volatili. I fatti sono avvenuti nei pressi di Lumezzane. Tutta l’avifauna trovata è stata liberata, mentre dieci reti per uccellagione, lunghe nel complesso a ben 150 metri, sono state poste sotto sequestro.
In altri casi, purtroppo, l’avifauna non è immediatamente liberabile. Gli animali devono così essere inviati ad un centro di recupero che provvederà alle cure necessarie alla loro riabilitazione e successiva liberazione.
Tra questi, il Centro di Valpredina gestito, in provincia di Bergamo, dal WWF. Circa quaranta passeriformi, sempre nelle scorse ore, sono stati liberati nei boschi. Si trattava, ha spiegato il WWF, di animali recuperati come “richiami vivi”. Erano stati maltrattati oltre ad essere detenuti illegalmente. Il video diffuso dal WWF mostra l’aspetto più bello che conclude il ciclo riabilitativo. Tante piccole ali che ritornano frenetiche, in natura.
Nella stessa occasione è stata liberata una Poiana. Si tratta di un uccello rapace e come tale protetto dalla legge, sia comunitaria che nazionale. Anche lei è stata liberata e, ovviamente, non si trattava di un “richiamo vivo”; la Poiana era stata centrata da un colpo di arma da fuoco.
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