Succede in Germania ed il provvedimento, per ora solo paventato, non poteva che suscitare polemiche. Secondo quanto reso noto dall’ENPA a venire colpita da una specifica tassa, sarebbe la ben nota salsiccia e non solo.
Una proposta, per ora, avanzata dall’Agenzia Federale dell’Ambiente tedesca, che ha riferito dell’auspicabile aumento dell’Iva su carne e latticini. Non si tratta di una provocazione, ma di una proposta che pur avendo suscitato scalpore, poggia comunque su solidissime basi. Secondo la Protezione Aninmali, infatti, è ormai ben noto l’impatto che avrebbero sul clima le emissioni generate dagli allevamenti, i quali, a seconda dei diversi istituti di ricerca, producono una percentuale di gas climalteranti compresa tra il 20% e 50% del totale. “Noi, però – commenta Annamaria Procacci, consigliere nazionale di ENPA – per affrontare l’emergenza climatica vorremmo privilegiare anche altre strade”
Infatti, secondo l’associazione, il cambiamento degli stili di vita, da tempo auspicato per guarire la “febbre del pianeta”, deve avvenire puntando soprattutto su una azione di forte informazione che permetta una piena libertà di scelta e che renda ciascuno di noi protagonista della salvezza della Terra. “In questo senso – prosegue Annamaria Procacci – che si tratti di carne o di latticini, diventa fondamentale l’etichettatura che dovrebbe riportate il costo del prodotto in termini di emissioni per i principali gas serra (anidride carbonica, metano, protossido d’azoto). Non solo, nell’etichettatura dovrebbero essere indicato il prezzo legato alla sofferenze degli animali, legato agli allevamenti e dunque alle condizioni in cui essi “vivono” prima di finire nel piatto”.
Per questo, Enpa chiede a tutti gli eurodeputati di farsi portatori di tale proposta: l’Europa avrebbe in questo modo la possibilità di rafforzare ulteriormente la propria legislazione in materia di animali, che, per quanto incompleta, è ancora la più avanzata nel mondo.
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