Continua a salire il numero delle vittime dei forti terremoti che hanno colpito la Turchia meridionale e la Siria settentrionale.
Stando a quanto riportato da Anadolu, agenzia di stampa turca, i morti accertati in Turchia sono 1.498, mentre i feriti sono 8.533.
Invece, secondo Al Arabya, in Siria le vittime sono almeno 900. In totale, quindi, il bilancio dei decessi è di 2.398.
La prima scossa di magnitudo 7.8 è stata registrata alle 4:17 ora locale (le 2:17 in Italia) e ha avuto come epicentro la cittadina di Pazarcik nella provincia turca di Kahramanmaras.
Una seconda scossa di magnitudo 7.6 è stata registrata intorno alle 13:24 ora locale (le 11:24 in Italia) nel distretto di Elbistan, sempre nella provincia turca di Kahramanmaras.
Janez Lenarčič, commissario europeo per la gestione delle crisi, ha affermato che l’Unione Europea (UE) ha mobilitato “rapidamente” squadre di soccorso in Turchia “provenienti da Bulgaria, Croazia, Francia, Grecia, Paesi Bassi, Polonia, Romania e Repubblica ceca per supportare i primi soccorritori sul terreno”. Ha anche aggiunto che l’UE “è pronta anche a sostenere le persone colpite in Siria”.
Il governo siriano ha esortato, poi, la comunità internazionale a intervenire: “La Siria invita gli Stati membri delle Nazioni Unite, il Comitato internazionale della Croce Rossa e altri gruppi umanitari (…) a sostenere gli sforzi del governo siriano per affrontare il devastante terremoto”, ha affermato il ministero degli Affari esteri siriani in una nota.
Infine, in un telegramma a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, indirizzato al nunzio in Turchia, monsignor Marek Solczyski, Papa Francesco ha espresso “profonda tristezza” per l'”enorme perdita di vite umane” a causa del sisma nella zona sud-est del Paese.
Il Papa ha assicurato la “sua vicinanza spirituale a tutte le persone colpite” e ha affidato “coloro che sono morti all’amorevole misericordia dell’Onnipotente”, porgendo le condoglianze “a coloro che ne piangono la perdita”.
Il Papa ha rivolto un pensiero anche al personale di emergenza, in queste ore attivo tra edifici crollati e città rase al suolo, perché “sia sostenuto dai doni divini della forza d’animo e della perseveranza nella cura dei feriti e negli sforzi di soccorso in corso”.
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