È possibile capire se il nostro corpo sta invecchiando più velocemente rispetto ai coetanei partendo da un semplice campione di urina? Secondo un nuovo studio condotto in Giappone, la risposta è sì. I ricercatori hanno sviluppato un innovativo test delle urine in grado di stimare l’età biologica di una persona.

Non si tratta dell’età anagrafica ma di una misura più profonda legata allo stato reale delle cellule. Un’informazione che, secondo gli esperti, potrebbe aiutare a comprendere meglio il rischio di malattie e di una morte più precoce rispetto alla media.

Prima di entrare nei dettagli, è importante chiarire un punto. Il test non predice quando una persona morirà. Serve invece a stimare se l’organismo sta invecchiando più rapidamente rispetto a quanto indicato dall’età sulla carta d’identità. Un dato che negli ultimi anni ha attirato grande attenzione nel mondo della medicina preventiva e della cosiddetta medicina della longevità.

Cos’è l’età biologica e perché è diversa da quella anagrafica

L’età anagrafica indica semplicemente quanti anni sono passati dalla nascita. L’età biologica, invece, misura quanto sono “vecchie” le cellule del corpo. Questa differenza è fondamentale per capire lo studio giapponese.

L’età biologica può essere più alta o più bassa rispetto a quella reale. A influenzarla entrano in gioco diversi fattori:

  • genetica
  • livelli di stress
  • qualità del sonno
  • alimentazione
  • abitudine al fumo
  • consumo di alcol

Due persone della stessa età possono quindi avere corpi che invecchiano a velocità molto diverse. Negli ultimi anni, proprio questo concetto ha spinto la ricerca verso nuovi strumenti di misurazione sempre meno invasivi.

Il nuovo “orologio biologico” basato sulle urine

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori giapponesi della startup biotecnologica Craif, con sede a Nagoya. Gli scienziati hanno sviluppato un cosiddetto “orologio dell’invecchiamento urinario” di tipo epigenetico.

Il test analizza minuscole molecole di materiale genetico presenti nelle urine, note come miRNA. Queste molecole regolano l’espressione dei geni e sono già oggetto di numerosi studi in ambito oncologico e sull’invecchiamento.

A differenza di altri test, non è necessario prelevare sangue. È sufficiente un campione di urina, rendendo l’esame semplice e non invasivo.

Lo studio su oltre 6.300 pazienti

Per validare il modello, i ricercatori hanno seguito oltre 6.300 pazienti. Tutti erano sottoposti a programmi di screening oncologico e hanno fornito campioni di urina.

Ai partecipanti è stato anche chiesto di rispondere a questionari sulle abitudini quotidiane.

Le domande riguardavano in particolare:

  • fumo
  • consumo di alcol
  • stile di vita generale

Questi dati sono stati poi incrociati con le informazioni genetiche ricavate dai campioni.

Il ruolo dei miRNA nell’invecchiamento cellulare

Analizzando i campioni, gli scienziati si sono concentrati su specifici miRNA. Ricerche precedenti avevano già suggerito che alcune di queste molecole possono influenzare lo sviluppo delle cellule tumorali.

In particolare, è stato osservato che miRNA come miR-155-5p e miR-34a-5p, se sovraespressi, possono aumentare la velocità di crescita delle cellule cancerose e bloccare la normale proliferazione cellulare.

Queste alterazioni sono spesso associate a un invecchiamento biologico accelerato. Il nuovo test utilizza proprio queste informazioni per calcolare l’età biologica complessiva.

Algoritmi separati per uomini e donne

Un aspetto rilevante dello studio riguarda la precisione del modello. I ricercatori hanno sviluppato algoritmi distinti per uomini e donne.

Questa scelta ha permesso di aumentare l’accuratezza dei risultati. Le differenze biologiche tra i sessi, infatti, influenzano i processi di invecchiamento e l’espressione dei miRNA. Secondo i dati pubblicati, il test è in grado di stimare l’età biologica con un margine medio di errore di circa 4,4 anni.

I risultati pubblicati su una rivista scientifica

I risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica npj Aging. Nel lavoro, gli autori spiegano che il test è leggermente meno preciso rispetto ai cosiddetti orologi basati sulla metilazione del DNA. Questi ultimi analizzano specifici schemi del DNA per valutare il ritmo di invecchiamento biologico. Tuttavia, il nuovo modello presenta un vantaggio importante.

Gli scienziati scrivono che il sistema “ha superato gli orologi basati su miRNA e mRNA nel sangue”, aggiungendo che i test urinari sui miRNA potrebbero rappresentare “biomarcatori promettenti, realmente non invasivi, dell’età biologica e del rischio di malattia”.

Perché cresce l’interesse per questi test

Negli ultimi anni, l’interesse per la determinazione dell’età biologica è cresciuto in modo significativo. A spingere questa tendenza sono stati soprattutto esperti e divulgatori nel campo della longevità.

Sempre più persone cercano strumenti per capire come il proprio stile di vita influisca sulla salute futura. I test sull’età biologica promettono indicazioni personalizzate su come rallentare l’invecchiamento cellulare.

Il costo e la diffusione nelle cliniche del benessere

Nonostante l’interesse, questi test non sono economici. Attualmente il costo può superare i 200 euro per singola analisi.

Molte cliniche del benessere li offrono ormai di routine. I pazienti sono attratti dalla possibilità di ottenere informazioni dettagliate sul proprio stato di salute, anche in assenza di sintomi evidenti.

Lo sapevi che…

  • I miRNA sono stati scoperti solo negli anni Novanta
  • Possono essere utilizzati come biomarcatori per diverse malattie
  • Le urine contengono informazioni genetiche utili quanto il sangue
  • L’epigenetica studia come i geni vengono “accesi” o “spenti” dall’ambiente

FAQ – Domande frequenti

Il test delle urine può dire quando morirò?
No. Il test stima l’età biologica, non prevede la data di morte.

È un esame medico obbligatorio?
No. Si tratta di un test volontario utilizzato soprattutto in ambito preventivo.

È affidabile quanto un esame del sangue?
Secondo lo studio, è meno preciso dei test basati sulla metilazione del DNA ma più efficace di altri test urinari.

Può sostituire i controlli medici tradizionali?
No. È uno strumento complementare, non un’alternativa alle visite mediche.

È già disponibile in Italia?
Al momento non è ancora diffuso nel sistema sanitario pubblico italiano.