Il rischio di estensione del conflitto in Ucraina in altri Paesi è sempre più concreto: è stato fatto saltare in aria nella Transnistria, la regione separatista filorussa a nord della Moldavia, un centro radiofonico regionale che ristrasmetteva programmi radiofonici russi.

Il ministero dell’Interno della Transinistria ha informato che due delle antenne più potenti del centro radiofonico che trasmette la radio russa a Mayak sono state disabilitate in seguito a esplosioni. “Nella prima mattina del 26 aprile, due esplosioni sono avvenute nel villaggio Mayak della regione di Grigoriopol”, la prima alle 6.40 locali (le 5:40 in Italia), la seconda alle 7:05 locali, (le 6:05 in Italia). Sul posto sono stati inviati agenti delle forze dell’ordine e dei servizi di emergenza, mentre le milizie di Grigoriopol hanno transennato il territorio del centro radiotelevisivo Mayak. Non ci sarebbe stato nessun ferito.

Appena ieri c’è stato un attacco contro la sede del ministero della Sicurezza dello Stato a Tiraspol che, secondo direzione principale di intelligence del ministero della Difesa di Kiev, si è trattato di una “provocazione russa”. Gli 007 ucraini, infatti, avrebbero intercettato un documento che dimostrerebbe che le autorità dell’enclave filorussa in Moldova preparavano “l’attacco con granate” da tre giorni, durante i quali hanno costruito un bunker dove far rifugiare il personale. Di conseguenza, “la serie di misure provocatorie organizzate dal servizio federale di sicurezza russo per seminare il panico e sentimenti antiucraini”.

Inoltre, sempre secondo l’intelligence ucraina, i russi starebbero pianificando “attacchi terroristici” in Transnistria. Il motivo? False flag per dare alla Russia il pretesto di intervenire anche in quella zona così da creare un lungo corridoio che la colleghi all’Ucraina meridionale.

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