- Una donna incinta che beve molta caffeina può causare un’alternazione nel cervello del bambino.
- Lo ha scoperto uno studio condotto da un team dell’Università di Rochester.
- I disturbi compaiono intorno ai 10 anni di età del bambino.
Un nuovo studio condotto dal Del Monte Institute for Neuroscience presso l’Università di Rochester (Stati Uniti d’America) e pubblicato sulla rivista Neuropharmacology sostiene che il consumo di caffeina nelle donne in gravidanza potrebbe causare un’alterazione nella struttura cerebrale dei neonati e avere effetti sul comportamento intorno ai 10 anni. Ne parla Futura-Sciences.
Questo esperimento è stato condotto nell’ambito dello studio Adolescent Brain and Cognitive Development, il più grande studio a lungo termine sullo sviluppo del cervello e sulla salute dei bambini. Gli scienziati hanno analizzato migliaia di scansioni cerebrali di bambini di nove e dieci anni e hanno notato cambiamenti nella sostanza bianca in coloro le cui madri hanno riportato un elevato consumo di caffeina.
La natura retrospettiva dello studio – scrive il giornalista scientifico Julien Hernandez – richiede cautela «perché i nostri ricordi non sono mai di ottima qualità, soprattutto dopo periodi così lunghi. Tuttavia, questi risultati sono coerenti con le nostre attuali conoscenze. Ad esempio, sappiamo che il feto non dispone del materiale enzimatico necessario per la degradazione della caffeina. È quindi del tutto possibile che si accumuli e possa causare danni minori, come quelli descritti in questo nuovo studio».
La modifica della sostanza bianca si traduce in psicopatologie manifeste su parametri quali disturbi di interiorizzazione (depressione, mancanza di fiducia in se stessi, ecc.) e di esternalizzazione (disturbo da deficit di attenzione, disturbo del comportamento, ecc.), e disturbi di somatizzazione o compromissione del neurosviluppo.
In termini di cognizione, tuttavia, gli effetti sono trascurabili. Gli autori suggeriscono che le future mamme debbano controllare l’assunzione di caffeina e di chiedere un parere al proprio medico.
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