Un vertice storico tra Trump e Putin potrebbe ridefinire il futuro della guerra in Ucraina. Roma è stata proposta come sede, ma Mosca frena. Quali saranno i prossimi passi?

Il mondo guarda con attenzione ai preparativi per un possibile incontro tra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, e il leader russo, Vladimir Putin, che potrebbe segnare una svolta nella guerra in Ucraina.

Secondo fonti vicine ai negoziati, il vertice bilaterale potrebbe tenersi già la prossima settimana, con l’obiettivo di affrontare il conflitto che dal febbraio 2022 ha destabilizzato l’Europa orientale. Tuttavia, la scelta della sede rimane un nodo irrisolto, con Roma emersa come ipotesi suggestiva ma smentita categoricamente dalla Russia.

I preparativi del vertice

Il consigliere presidenziale russo Yuri Ushakov ha confermato mercoledì che Mosca e Washington hanno avviato preparativi concreti per il summit, definendo l’incontro “di alto livello” e sottolineando l’interesse di entrambe le parti. “Su proposta della parte americana, è stato sostanzialmente concordato un incontro bilaterale nei prossimi giorni”, ha dichiarato Ushakov in un commento televisivo, senza però specificare una data precisa. I negoziati sono stati accelerati dopo l’incontro del 6 agosto a Mosca tra Putin e l’inviato speciale statunitense Steve Witkoff, durato tre ore e descritto come “costruttivo” dal Cremlino.

Roma proposta come sede

Secondo quanto riportato da Fox News, il presidente Trump avrebbe contattato giovedì la premier italiana Giorgia Meloni per sondare la disponibilità dell’Italia a ospitare il vertice a Roma, potenzialmente già lunedì 11 agosto. Fonti italiane, citate da Repubblica, confermano che Meloni ha accolto positivamente la proposta, con l’ipotesi di coinvolgere anche il Vaticano come sede simbolica per i negoziati. La premier si è detta pronta a facilitare il dialogo, in linea con il suo impegno per una “pace giusta e duratura” in Ucraina, come dichiarato in una nota di Palazzo Chigi. Anche il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è espresso a favore di Roma come possibile sede.

Il veto di Mosca

Tuttavia, l’ipotesi di Roma è stata rapidamente smentita dall’agenzia di stampa russa Tass, che ha citato una fonte anonima vicina al Cremlino: “Non sarà in Europa”. La Russia considera l’Italia troppo schierata con l’Ucraina, un ostacolo aggravato dal mandato di arresto internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale contro Putin, che limita i suoi spostamenti nei Paesi NATO. Invece, Putin ha indicato gli Emirati Arabi Uniti come una delle sedi “più adatte” per l’incontro, sottolineando il ruolo del presidente emiratino Mohamed bin Zayed Al Nahyan come possibile mediatore. Anche Turchia, Arabia Saudita e Cina rimangono in lizza, con Pechino che potrebbe ospitare il summit a settembre in concomitanza con il vertice della SCO.

Le posizioni dei leader

Donald Trump ha espresso ottimismo sul vertice, dichiarando che c’è “una buona chance” di incontrare Putin “molto presto” e che farà “tutto il possibile per fermare le uccisioni”. Tuttavia, ha smentito la necessità di un incontro preliminare tra Putin e Zelensky, come inizialmente ipotizzato da alcune fonti della Casa Bianca. “No”, ha risposto seccamente Trump a una giornalista che gli chiedeva se un incontro Putin-Zelensky fosse una precondizione. Da parte sua, Putin ha mostrato apertura a un possibile incontro trilaterale con Zelensky, ma ha precisato: “In generale è possibile, ma servono condizioni che oggi non ci sono”.

Il contesto militare

Parallelamente ai negoziati, la situazione sul campo rimane tesa. Il comandante in capo dell’esercito ucraino, Oleksandr Syrsky, ha riferito che a luglio i droni ucraini hanno colpito oltre 23.000 obiettivi russi, eliminando più di 5.000 soldati nemici. Nella notte tra giovedì e venerdì, la Russia ha distrutto 30 droni ucraini sopra le sue regioni, mentre attacchi russi con droni hanno colpito Kharkiv, causando esplosioni nella città.