La scena ha sconvolto molti utenti del web. Nella cittadina tunisina di Mateur, situata a poche decine di chilometri a nord-ovest di Tunisi, il direttore di un ospedale è stato ripreso da un giornalista locale mentre piangeva al telefono a causa della mancanza di ossigeno destinato ai pazienti con le forme gravi di Covid-19. È successo domenica scorsa, 11 luglio.

Un’immagine simbolo della situazione tragica nel Paese magrebino, travolto da una nuova ondata dell’epidemia e che ha il più alto tasso di mortalità da Covid-19 dell’Africa, secondo i dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). Ogni giorno, infatti, lì muoiono circa 150 persone a causa del coronavirus.

Interpellato da Le Parisien, Soufien Ben Aissa, il giornalista locale che ha filmato le immagini, ha spiegato: «Famiglie di pazienti preoccupati erano fuori, impazienti di vedere arrivare le bombole di ossigeno. Ma il camion incaricato di rifornire l’ospedale non è arrivato. Ho girato la testa e ho visto quest’uomo crollare, in lacrime, che ci ha detto che non c’era ossigeno e che stava perdendo pazienti».

Dal canto suo, il professor Skander Mebazza, responsabile del Servizio di anestesia-rianimazione dell’APHP, il 13 luglio ha lanciato un appello di aiuto sulla pagina Facebook dell’ambasciata tunisina in Francia: «L’emergenza è terribile in Tunisia. Abbiamo molti casi e in molte regioni (…). Dobbiamo inviare rapidamente materiale. Dobbiamo essere in grado di fare queste donazioni molto rapidamente».

Infine, le autorità locali tunisine hanno lanciato un appello: «L’Ambasciata di Tunisia esorta i tunisini residenti in Francia a contribuire attivamente al sostegno delle strutture sanitarie in Tunisia attraverso donazioni in natura – attrezzature e materiale medico e paramedico – o in forma monetaria».

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