Dopo sette anni di detenzione, Luca Traini, il 35enne di Tolentino, è tornato in libertà. La decisione è stata presa dal Tribunale di Sorveglianza, che ha accolto la richiesta di affidamento ai servizi sociali presentata dalla sua difesa. Traini, noto per aver compiuto l’attentato razzista del 3 febbraio 2018 a Macerata, aveva ferito sei migranti di origine africana, un atto di violenza che aveva suscitato un ampio dibattito nazionale.
L’attacco di Macerata e il suo contesto
Il gesto di Traini si verificò solo pochi giorni dopo l’omicidio di Pamela Mastropietro, una giovane romana di 18 anni, assassinata e smembrata dal pusher nigeriano Innocent Oseghale. Traini collegò il suo atto a una sorta di “vendetta” per la morte di Pamela, ma la sua azione non fu solo un tentativo di giustizia privata: fu un attacco premeditato contro l’intera comunità di migranti. A bordo di un’Alfa Romeo 147 nera, Traini iniziò a sparare, ferendo sei persone in modo casuale. Il suo gesto fu giustificato dall’odio razziale, un crimine che gli valse una condanna a 12 anni per strage, aggravata dall’odio razziale.
La riabilitazione in carcere e il cambiamento
La scarcerazione di Traini è stata giustificata dal Tribunale di Sorveglianza, che ha ritenuto che l’uomo abbia intrapreso un vero e proprio percorso di “revisione critica” della sua condotta. I giudici hanno osservato che Traini, durante il periodo di detenzione, ha mostrato segni di pentimento e ha intrapreso attività di riabilitazione, tra cui la partecipazione a corsi e una gara di poesia. Per circa due anni, Traini ha lavorato con un’azienda agricola in un regime di custodia attenuata. La sua condotta in carcere ha portato gli esperti a riconoscere il suo impegno nel comprendere l’enormità del suo gesto e il dolore causato alle vittime.
Secondo quanto riferito dal suo avvocato, Sergio Del Medico, Traini ha preso piena consapevolezza del crimine che ha commesso e ha mostrato un impegno concreto per il recupero. Durante il suo periodo in carcere, ha acquisito competenze lavorative, impegnandosi nel settore agricolo come pastore di pecore, un impegno che ha testimoniato un reale cambiamento nel suo comportamento.
Il risarcimento alle vittime e il ritorno a Tolentino
Luca Traini, una volta tornato libero, ha manifestato l’intenzione di risarcire le vittime del suo crimine. Il tribunale ha deciso di concedere la scarcerazione per un periodo di prova sotto forma di affidamento ai servizi sociali, ritenendo che ci fossero i presupposti per il reinserimento in società. Traini ha dichiarato di voler tornare a vivere a Tolentino e di aver già trovato un lavoro.
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