Il presidente Vladimir Putin non ha intenzione di porre fine alla mobilitazione militare in Russia ma alcune regioni russe hanno completato il processo. Lo ha affermato oggi, martedì 18 ottobre, il Cremlino.

Il portavoce Dmitry Peskov, infatti, ha dichiarato che “per il momento, non esiste un decreto presidenziale sulla fine della mobilitazione”. Parole che precisano quanto annunciato ieri da Sergei Sobyanin, sindaco di Mosca, ovvero la fine della mobilitazione nella capitale con la chiusura degli uffici di leva.

Era il 21 settembre quando Putin ha annunciato la mobilitazione a livello nazionale, seppur ‘parziale’, per incrementare il numero delle truppe russe in Ucraina, creando molto malcontento nel Paese. La scorsa settimana, comunque, Putin ha annunciato pubblicamente l’intenzione di chiudere l’arruolamento obbligatorio “entro circa due settimane”.

Peskov ha anche affermato che alcune regioni hanno già raggiunto gli obiettivi fissati, senza nominare quali e ha anche promesso che le autorità non mobiliteranno più soldati di quelli previsti da Putin, cioè 300mila.

Intanto, proseguono gli attacchi russi sull’Ucraina. A tal proposito, oggi il presidente Zelensky su Twitter ha scritto: “Un altro tipo di attacchi terroristici russi: prendere di mira l’energia e le infrastrutture critiche dell’Ucraina. Dal 10 ottobre, il 30% delle centrali elettriche ucraine è stato distrutto, causando enormi blackout in tutto il Paese”, rimarcando che non c’è più spazio per i negoziati con Putin.

Mosca, infine, ha comunicato di avere respinto un’offensiva Ucraina nella direzione di Bruskinskoye, nella regione di Kherson. Lo ha riferito in conferenza stampa il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. “Nel settore Mykolaiv-Kryvyi Rig, unitù delle forze armate ucraine hanno tentato di sfondare le linee di difesa delle forze russe in direzione della località di Bruskinskoye nella regione di Kherson. L’attacco dell’avversario e’ stato respinto. Il fuoco dell’artiglieria russa ha disperso le unità delle forze armate ucraine e le ha ricacciate sulle loro posizioni iniziali”.

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