Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli Esteri di Mosca, citata da Interfax, ha affermato che “il riconoscimento delle attuali realtà territoriali, comprese l’appartenenza della Crimea alla Russia e l’indipendenza delle Repubbliche di Donetsk e Lugansk” restando al centro dei negoziati tra Russia e Ucraina.

Zakharova ha precisato che una bozza di intesa russa è stata presentata a Kiev il 15 aprile scorso ma i negoziatori ucraini “cercano di tirare per le lunghe il processo negoziale rifiutando di assumere un approccio costruttivo” e “a volte semplicemente rifiutando di rispondere prontamente alle proposte della parte russa”.

Inoltre, come riportato da Ria Novosti, c’è stata una telefonata tra il ministro degli Esteri russo e l’omologo turco Mevlut Cavusoglu, durante la quale Sergei Lavrov ha detto che “l’esito dei negoziati dipende interamente dalla disponibilità di Kiev a tenere conto delle nostre legittime richieste”.

Dall’altro fronte, Mykhailo Podolyak, capo dell’ufficio presidenziale di Kiev, ha affermato che l’Ucraina ha ricevuto le proposte russe sui negoziati tra i due Paesi e le sta studiando: “L’Ucraina ha consegnato le proprie proposte sulle disposizioni agli avversari ai negoziati di Istanbul. In particolare, queste riguardano le garanzie di sicurezza per prevenire altri attacchi in futuro al nostro paese. La parte russa le ha studiate e ha presentato la propria posizione. Ora tocca a noi studiare, comparare e trarre conclusioni, sia politiche che legali”.

Tuttavia, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, in un punto stampa con il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel, ha affermato: “Siamo pronti a ogni formato di dialogo. Che io lo voglia o meno, io sono pronto al dialogo. Lo ero negli ultimi 3 anni e continuo ad essere pronto, fino alla fine della guerra, al dialogo con la Federazione Russa e il suo presidente. Anche loro hanno dato questo messaggio attraverso i media fino a che hanno avviato l’offensiva. Lo sottolineo: non sono pronti per un accordo pacifico”.