Vladimir Putin avrebbe dato l’ordine di occupare le regioni di Lugansk e Donetsk, il Donbass, entro il 1° luglio. Lo ha riportato Channel 24, emittente televisiva ucraina, citando fonti dei servizi segreti di Kiev. Il piano prevederebbe due fasi: prima la conquista della regione di Luhansk e poi quella di Donetsk.

Se davvero fosse così – e quanto sta succedendo sul campo è un chiaro segnale in tal senso – un serio negoziato di pace tra la Russia e l’Ucraina pare lontano. Ne sono porova le parole espresse oggi da Mykhailo Podolyak, consigliere del presidente Volodymyr Zelensky, secondo cui i colloqui con Mosca si sono fermati sia nella parte politica che in quella diplomatica mentre continuano sulle questioni umanitarie, ovvero scambio di prigionieri, corridoi umanitari ed evacuazione dei civili.

Podolyak ha spiegato che bisogna “collegare ciò che sta accadendo nel mondo reale, non solo sul campo di battaglia ma in generale: sanzioni, reputazione, partner. La Russia guarda a tutto questo in modo inadeguato”.

Dura anche Yulia Tymoshenko, ex presidente dell’Ucraina: “Dobbiamo combattere sul campo di battaglia. Tutti i negoziati con Vladimir Putin non ci porteranno alla pace”, ha detto a Rotterdam, nei Paesi Bassi, a margine del congresso del Partito Popolare Europeo (PPE).

Da segnalare, poi, l’auspicio di Mateusz Morawiecki, premier della Polonia, intervistato da Sky News: “Se l’Europa e il mondo libero perdono questa battaglia, non saremo più sicuri perché saremo costantemente sotto minaccia di ricatto da parte di Putin. Ovviamente vorremmo che venisse completamente rimosso” perché “rappresenta una potenza brutale, la Russia è una superpotenza. Se l’Ucraina sopravviverà come Stato sovrano – che è il nostro unico obiettivo per il quale la sosteniamo con ogni mezzo – allora questa sarà la nostra vittoria”.

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