La tensione al confine tra Ucraina e Russia continua ad essere alta e il Dipartimento di Stato americano ha ordinato alle famiglie di tutto il personale diplomatico presso l’Ambasciata USA a Kiev di lasciare il Paese. Inoltre, ha consentito anche al personale non essenziale di lasciare l’Ucraina.

Anche Londra ha annunciato il ritiro del suo personale dall’ambasciata di Kiev a causa della “minaccia crescente” della Russia nei confronti dell’Ucraina. Lo ha fatto sapere il Foreign Office, aggiungendo che l’ambasciata britannica resta aperta per il disbrigo degli affari essenziali.

A stemperare gli animi ci ha pensato Josep Borrell, Alto rappresentante per la politica estera dell’Unione Europea: “Non credo che si debba drammatizzare la situazione, i negoziati con la Russia sono in corso, non penso che si debba lasciare l’Ucraina”. Quindi, il personale diplomatico dell’UE resta a Kiev.

Dagli Stati Uniti d’America, poi, la notizia che il presidente Joe Biden starebbe valutando la possibilità di schierare diverse migliaia di truppe statunitensi, oltre a navi da guerra e aerei, presso gli alleati della NATO nei Paesi baltici e nell’Europa orientale.

Nel dettaglio, il piano prevederebbe l’invio da 1.000 a 5.000 soldati nei paesi dell’Europa orientale, con la possibilità di aumentare di dieci volte quel numero se la situazione dovesse peggiorare.

La decisione, riportata dal New York Times, citando fonti dell’amministrazione, sarebbe una prima risposta concreta dell’amministrazione Biden contro il timore che la Russia possa invadere presto l’Ucraina, anche perché i colloqui tra americani e russi non stanno portando ad alcuna svolta positiva della crisi.

Infine, la crisi sta facendo salire il prezzo del gas. Ad Amsterdam le quotazioni registrano un rialzo del 5,4% a 83,26 euro al Mwh. A Londra il prezzo sale del 5,9% a 200,53 penny per Mmbtu.

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