• «No alla benedizione delle unioni omosessuali».
  • Il parere della Congregazione della Dottrina della Fede sulle coppie gay.
  • Dispiaciuto il deputato del PD Alessandro Zan.

La Chiesa non dispone del potere di impartire la benedizione a unioni di persone dello stesso sesso. Così la Congregazione della Dottrina della Fede.

«Non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso», ha affermato la Congregazione nel Responsum ad undubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso.

«Per essere coerenti con la natura dei sacramentali, quando si invoca una benedizione su alcune relazioni umane occorre – oltre alla retta intenzione di coloro che ne partecipano – che ciò che viene benedetto sia oggettivamente e positivamente ordinato a ricevere e ad esprimere la grazia, in funzione dei disegni di Dio iscritti nella Creazione e pienamente rivelati da Cristo Signore. Sono quindi compatibili con l’essenza della benedizione impartita dalla Chiesa solo quelle realtà che sono di per sé ordinate a servire quei disegni».

E ancora: «Poiché le benedizioni sulle persone sono in relazione con i sacramenti, la benedizione delle unioni omosessuali non può essere considerata lecita, in quanto costituirebbe in certo qual modo una imitazione o un rimando di analogia con la benedizione nuziale, invocata sull’uomo e la donna che si uniscono nel sacramento del Matrimonio, dato che ‘non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie, neppur remote, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia. La dichiarazione di illiceità delle benedizioni di unioni tra persone dello stesso sesso non è quindi, e non intende essere, un’ingiusta discriminazione, quanto invece richiamare la verità del rito liturgico e di quanto corrisponde profondamente all’essenza dei sacramentali, così come la Chiesa li intende».

Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico, a LaPresse ha detto: «Mi tengo sempre fuori dalla questioni religiose. Essendo un rappresentante di un’istituzione laica come il Parlamento tendo sempre a non entrare nelle questioni che riguardano una confessione religiosa. Ovviamente sul piano umano sono molto dispiaciuto e penso che sia comunque lontano ai sentimenti della maggior parte dei cattolici che sono per sostenere qualsiasi forma di amore».