Antonello Venditti e Raf e Umberto Tozzi sono stati i veri “vincitori” della terza serata del Festival di Sanremo. Un tuffo nel passato e nella nostalgia che, pero’, il pubblico ha apprezzato calorosamente. Venditti prima ha cantato “Sotto il segno dei Pesci”, poi ha duettato con il direttore artistico Claudio Baglioni sulle note di “Notte prima degli esami”.


Ovazione che si ripete due ore dopo con l’esibizione di Raf-Tozzi che fanno ballare tutti con hit trascinanti come “Il battito animale”, “Ti pretendo”, “Tu” e “Gloria”. Il Festival di Sanremo, fin qui abbastanza ingessato, diventa rock con “Si può dare di più” che vide Tozzi vincitore anni nel 1987 assieme a Ruggeri e Morandi. Chiusura con la gag del quintetto Raf-Tozzi-Baglioni-Bisio-Raffaele che intonano l’altro successo “Gente di mare”.

Ma non sono stati gli unici ospiti. Ecco Alessandra Amoroso, “super” ospite con soli dieci anni di carriera. Esegue “Dalla Tua Parte” e duetta con Baglioni su “Io che non vivo”, alla fine è un “Grazie zio” a stupire forse rivolto al “dittatore artistico”. “Sei stato la prima persona che mi ha dato una mano”, dice e, quando le portano i fiori di Sanremo, lei si commuove e piange a dirotto dall’emozione.

Lo show continua con Ornella Vanoni che fa il verso a Virginia Raffaele, che ne fa l’imitazione. Si comincia con una parolaccia: “Virginia, mi hai reso la vita un inferno. Porca puttana. Mi hai fatto passare per rimbambita, maniaca sessuale, pazza”. Bella parodia, divertente, con le due che si prendono in giro a vicenda. Quindi Ornella presenta la sua amica Patty Pravo, che va a salutare anche se la scaletta non lo prevedeva: “A una certa età si fa quel che si vuole. Ah, volevo dire alla Rai che sono qui gratis. Mai più aggratis. L’ho fatto solo per te Virginia”.

La serata tormentone prosegue con Paolo Cevoli che interpreta Palmiro Cangini, l’assessore di Roncofritto. Ed è subito Zelig con Claudio Bisio: “Non si può parlar di politica, anche perché questi sono di un permaloso…”, e ancora  “Le due più gnocche di Sanremo sono Vanoni e Pravo” dice in romagnolo e chiude con la battuta “Voglio fare un duetto, tutti i patacca han fatto un duetto”.

Risate ma non troppo. Meglio Fabio Rovazzi conduttore della serata per un attimo (“Bentornati al Festival di Sanremo. Mi sto un po’ cagando addosso, per problemi tecnici devo sostituire il direttore artistico Baglioni… chiamatemi pure distruttore artistico”) ed è un pretesto per farsi annunciare da Bisio. “Ho scritto un pezzo apposito per il Festival” ma poi parte “Andiamo a comandare”. La mamma dal pubblico lo smonta: “Preferisco Baglioni”. Perfomance ok come quella della seconda serata con Pio e Amedeo.

Prima di chiudere con la classifica provvisoria, il ricordo di Serena Rossi (attrice e cantante nella prossima fiction dedicata a Mia Martini) che esegue “Almeno tu nell’universo” e, infine, standing ovation per Baglioni chiude con il classicissimo “E tu…” lanciando il dopofestival asseieme a Rocco Papaleo.

Alla fine della terza serata (la gara è passata in secondo piano rispetto agli ospiti), la classifica parziale sulla base del voto della sala stampa, che pesa per il 30%. Nella zona alta della classifica, quella blu, si sono piazzati: Simone Cristicchi, Mahmood, Irama, Ultimo; nella zona gialla, quella intermedia, Enrico Nigiotti, Motta, The Zen Circus, Francesco Renga; nella zona bassa, quella rossa, Anna Tatangelo, Nino D’Angelo e Livio Cori, Boomdabash, Patty Pravo con Briga.

I dati Auditel sono incoraggianti: la puntata è stata vista da 9 milioni e 408mila telespettatori, con uno share del 46,7 per cento: poco di più della seconda serata ma meno della terza serata di un anno fa. Anche gli ascolti tengono, la verità è che la partecipazione degli spettatori è inferiore di ben 5 punti rispetto al 2018 che, pero’, fu da record.