L’Italia ha alzato l’attenzione sugli obiettivi sensibili presenti sul nostro territorio collegati ai Paesi in questo momento più coinvolti nell’escalation della crisi in Medio Oriente.

Il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, dopo l’uccisione del generale Suleimani ha diramato un Circolare in cui si chiede agli apparati di sicurezza di alzare il livello del monitoraggio su tutto ciò che riguarda gli interessi di Stati Uniti e Iran, in primo luogo, e di Israele e Iraq.

Il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria Francesco Basentini ha inviato oggi una nota ai direttori e ai comandanti degli istituti penitenziari per elevare il livello di allerta e di sensibilità nei confronti di un possibile innalzamento della minaccia terroristica.

L’iniziativa è stata presa in considerazione dell’attuale scenario internazionale e della recente crisi dei rapporti fra Stati Uniti e Iran.

In particolare, Basentini ha chiesto di ‘intensificare l’attivita’ di osservazione volta all’individuazione di eventuali segnali di criticita’ in ordine a tali fatti’. Massima attenzione dovra’ essere riservata a ‘possibili esternazioni, da parte della popolazione detenuta, di sentimenti anti-occidentali o comunque anti-americani’, che saranno subito segnalate alle competenti articolazioni centrali e territoriali dell’Amministrazione.

I reparti di Polizia Penitenziaria degli istituti innalzeranno inoltre il livello di vigilanza e la sicurezza
interna ed esterna di ogni struttura, cosi’ come saranno potenziati anche i servizi di traduzione e piantonamento dei detenuti all’esterno delle carceri.

La minaccia terroristica di matrice internazionale e’ ormai da tempo accostata alla considerazione che le carceri possano costituire un bacino di reclutamento importante, agevolato oltre che dal massiccio affollamento degli istituti penitenziari anche dalla mancanza di punti di riferimento esterni.

A ciò si aggiungono, come riscontrato più volte dal monitoraggio che viene svolto quotidianamente dagli uomini del Nucleo Investigativo Centrale della Polizia Penitenziaria, le condizioni di disagio e vulnerabilità che possono incidere in maniera preponderante su ‘suggestioni’ derivanti dalla propaganda jihadista.

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