A fine novembre 2024, un gesto apparentemente banale ha squarciato il velo su una vicenda agghiacciante. Alcuni residenti di Vigevano, in provincia di Pavia, hanno segnalato alla polizia il lancio di oggetti nel loro cortile, provenienti da una villa vicina. Infastiditi, non potevano immaginare che quel gesto fosse un disperato tentativo di chiedere aiuto. Quando gli agenti della volante sono intervenuti, infatti, hanno trovato un uomo di poco più di 40 anni, proprietario della villa, in condizioni di evidente stato confusionale e abbandono. La scoperta ha dato il via a un’indagine che ha rivelato un piano criminale durato quattro anni, orchestrato per depredare il patrimonio di una vittima vulnerabile.
Una prigione tra le mura di casa
Quella che dall’esterno sembrava una tranquilla villa di periferia era in realtà una prigione. L’uomo, affetto da gravi problemi psichici e incapace di provvedere a sé stesso, viveva in condizioni disumane: senza acqua calda né riscaldamento, con il cibo razionato e senza possibilità di comunicare con l’esterno. Sul muro perimetrale della proprietà, un dettaglio inquietante: del filo spinato impediva qualsiasi tentativo di fuga. Per 1.460 giorni, il 40enne è stato segregato nella sua stessa abitazione, trasformata in un luogo di isolamento e sofferenza. Gli agenti, alla vista dell’uomo che implorava aiuto, lo hanno immediatamente soccorso e trasferito all’Ospedale civile di Vigevano, dove ha ricevuto le prime cure.
Un piano criminale per il patrimonio
Le indagini, coordinate dalla Procura di Pavia e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Pavia in collaborazione con il Commissariato di Vigevano, hanno ricostruito un quadro drammatico. L’uomo era stato preso di mira dalla sua ex compagna, una donna di 50 anni, che, secondo gli inquirenti, avrebbe architettato un piano per appropriarsi del suo cospicuo patrimonio, stimato in diverse centinaia di migliaia di euro. In totale, sarebbero stati sottratti circa 500.000 euro, sfruttando la vulnerabilità psichica della vittima e abusando della fiducia derivante da una relazione domestica.
I complici e le accuse
Al fianco dell’ex compagna, altre tre persone – due uomini e una donna, di cui tre residenti a Vigevano e una in Calabria – avrebbero partecipato attivamente al piano. I quattro sono accusati, a vario titolo e in concorso, di sequestro di persona, abbandono di incapace, circonvenzione di incapace e truffa aggravata. Secondo gli atti dell’indagine, “il disegno criminoso, che poggiava sulla figura della donna, la quale si è avvalsa nelle varie fasi del suo compimento del pieno e consapevole appoggio degli altri sodali, ha rischiato di mettere in serio pericolo di vita l’uomo, essendo lo stesso una vittima vulnerabile”. I reati sono aggravati dal contesto di una relazione personale, che ha reso l’abuso ancora più grave.
Un’indagine lunga e meticolosa
L’investigazione è iniziata subito dopo il ritrovamento della vittima, a fine novembre 2024. Gli agenti hanno condotto appostamenti, interrogatori di testimoni, analisi di documenti sanitari e accertamenti patrimoniali, costruendo un solido impianto accusatorio. Le verifiche hanno confermato che l’uomo, incapace di gestire autonomamente la propria vita, era stato sistematicamente isolato e privato dei bisogni essenziali, mentre i suoi beni venivano depredati. Le indagini hanno richiesto mesi di lavoro, coinvolgendo anche accertamenti in altre regioni, data la residenza in Calabria di uno degli indagati.
Misure cautelari per i responsabili
Al termine delle indagini, il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Pavia ha emesso quattro ordinanze di custodia cautelare. I provvedimenti includono il divieto di avvicinamento alla vittima, il divieto di comunicazione con qualsiasi mezzo e l’obbligo di indossare il braccialetto elettronico, per monitorare i movimenti degli indagati e garantire la sicurezza dell’uomo. Nonostante la gravità dei reati contestati, nessuno dei quattro è stato sottoposto a custodia in carcere, una decisione che ha sollevato interrogativi tra gli osservatori.
Un caso che scuote la comunità
La vicenda ha sconvolto Vigevano e l’intera provincia di Pavia. Affidato ai servizi sociali, il 40enne si trova in una struttura protetta, dove riceve cure mediche e supporto psicologico adeguati. La Procura non esclude ulteriori sviluppi, con indagini in corso per verificare eventuali movimenti bancari sospetti o omissioni da parte di terzi che avrebbero potuto segnalare la situazione in precedenza.






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