Un nuovo decesso a Latina e un caso grave a Pavia: il virus West Nile continua a preoccupare l’Italia nel 2025, con 11 morti e un aumento dei casi. Le autorità intensificano le misure di prevenzione.
L’Italia affronta un’estate 2025 segnata da un preoccupante aumento dei casi di virus West Nile, una malattia virale trasmessa dalle zanzare che sta colpendo diverse regioni del Paese. L’ultimo decesso, l’undicesimo dall’inizio dell’anno, è stato registrato a Latina, dove un uomo di 77 anni è morto presso l’ospedale Santa Maria Goretti.
Nel frattempo, un caso grave a Pavia evidenzia la pericolosità del virus, specialmente per le persone fragili. Le autorità sanitarie hanno intensificato le misure di contenimento.
Il dramma di Latina: un’altra vittima
Un uomo di 77 anni, residente nella provincia di Latina, è deceduto presso l’ospedale Santa Maria Goretti dopo essere stato ricoverato in gravi condizioni il 17 luglio scorso. Il paziente, che soffriva di patologie croniche pregresse, è la quinta vittima del virus West Nile nella regione Lazio e l’undicesima in Italia quest’anno. Solo pochi giorni prima, il 2 agosto, una donna di 93 anni era morta all’ospedale Spallanzani di Roma, portando il totale dei decessi nella regione a quattro prima di questo ultimo caso.
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sottolinea che gli anziani e le persone con condizioni di salute fragili sono i più vulnerabili, con sintomi gravi che si manifestano in meno dell’1% dei casi, ma che possono includere febbre alta, forti mal di testa, debolezza muscolare, disorientamento, tremori, disturbi alla vista, torpore, convulsioni, fino a paralisi e coma. In alcuni casi, gli effetti neurologici possono essere permanenti o portare a un’encefalite letale.
Un caso critico a Pavia
Nel Nord Italia, un uomo di circa 60 anni, residente in un comune vicino a Vigevano, è stato colpito da una forma severa di infezione da West Nile, complicata da meningite. Ricoverato presso la clinica Beato Matteo, il paziente si è presentato martedì scorso con febbre molto alta e sintomi neurologici. Dopo aver escluso altre cause infettive, i medici hanno confermato tra giovedì e venerdì la diagnosi di infezione da West Nile con interessamento del sistema nervoso centrale. Le sue condizioni, inizialmente critiche, stanno mostrando segnali di miglioramento, e i medici sono cautamente ottimisti: se l’evoluzione clinica proseguirà positivamente, l’uomo potrebbe essere dimesso entro la prossima settimana. Questo non è il primo caso nella provincia di Pavia: una donna di 66 anni, residente nel Pavese, è attualmente ricoverata a Sant’Angelo Lodigiano per la stessa infezione.
Misure di contenimento attivate
In risposta al caso di Vigevano, le autorità sanitarie locali hanno avviato una disinfestazione nell’area circostante l’abitazione del paziente, nel raggio di circa 250 metri, per ridurre la presenza delle zanzare Culex pipiens, principale vettore del virus. Non è stato necessario isolare il paziente, poiché il West Nile non si trasmette da persona a persona, ma esclusivamente attraverso la puntura di zanzare infette. Misure simili sono state adottate in altre regioni colpite, come il Lazio, dove la provincia di Latina rimane l’epicentro dell’epidemia con 43 casi confermati su un totale nazionale di 89 al 31 luglio 2025. Otto decessi sono stati registrati a livello nazionale fino a quella data, con un tasso di letalità del 20% per le forme neuroinvasive, superiore al 14% del 2024 ma in linea con il 20% del 2018.
Un virus silenzioso ma pericoloso
Il virus West Nile, appartenente alla famiglia dei Flaviviridae, è trasmesso principalmente attraverso le punture di zanzare infette che si nutrono di uccelli selvatici, i principali ospiti del virus. Circa l’80% delle infezioni nell’uomo è asintomatico, mentre il 20% dei casi sviluppa sintomi lievi come febbre, mal di testa, nausea o eruzioni cutanee, che di solito si risolvono spontaneamente. Tuttavia, in meno dell’1% dei casi, il virus può causare complicazioni gravi, come meningite o encefalite, con un tasso di mortalità che può raggiungere il 17% tra i pazienti con forme neuroinvasive. Non esiste un vaccino né una terapia specifica: il trattamento si concentra sulla gestione dei sintomi, con ospedalizzazione nei casi più gravi. La prevenzione, basata sulla riduzione dell’esposizione alle zanzare, rimane l’unica strategia efficace.
Un confronto con gli anni precedenti
L’estate 2025 si sta rivelando particolarmente critica per il West Nile in Italia. Alla fine dell’autunno 2024, il Paese aveva registrato 460 casi e 20 decessi, numeri significativi ma inferiori rispetto ai 588 casi e 37 morti del 2022. Nel 2023, i casi erano stati 332 con 27 decessi. Tuttavia, l’attuale stagione mostra un incremento preoccupante: al 30 luglio 2025, i casi confermati sono già 89, di cui 40 in forma neuroinvasiva, 46 con febbre e 3 asintomatici, individuati principalmente tra i donatori di sangue. Sette regioni sono colpite, con il Lazio in testa (58 casi), seguito da Campania, Veneto, Piemonte, Emilia-Romagna, Lombardia e Sardegna. La distribuzione geografica, come sottolineato dall’ISS, appare diversa rispetto agli anni precedenti, con nuove regioni colpite per la prima volta.
Prevenzione: l’arma principale
Le autorità sanitarie italiane, coordinate dal Ministero della Salute e dall’ISS, hanno intensificato i piani di sorveglianza e prevenzione. Il Centro Nazionale Sangue ha introdotto test specifici per i donatori nelle aree colpite e un differimento di 28 giorni per chi ha soggiornato in zone a rischio, al fine di prevenire la trasmissione tramite trasfusioni. Misure di prevenzione includono anche il monitoraggio delle zanzare Culex e degli uccelli selvatici, che fungono da serbatoi del virus. I cittadini sono invitati a proteggersi utilizzando repellenti, indossando abiti a maniche lunghe e installando zanzariere, specialmente nelle ore serali quando le zanzare sono più attive.
Un quadro europeo
Non solo l’Italia è colpita: il Centro Europeo per la Prevenzione e il Controllo delle Malattie (ECDC) ha segnalato casi di West Nile in Bulgaria, Francia, Grecia e Romania nel 2025. La provincia di Latina rimane l’area con il maggior numero di casi in Europa, con 43 infezioni registrate nella settimana 31. Nuove regioni in Grecia, Italia e Romania hanno riportato casi per la prima volta in questa stagione, evidenziando una circolazione geografica più ampia rispetto al 2024.




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