Qualcuno grida la propria rabbia nei confronti delle istituzioni, altri mostrano i segni degli scontri avvenuti in via Notarbartolo. Il coordinamento 23 maggio (ovvero l’insieme di associazioni, sindacati e studenti che ha organizzato il controcorteo) sceglie l’albero Falcone per manifestare la propria posizione in merito agli episodi di violenza avvenuto a margine delle commemorazioni in memoria di Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e degli agenti della scorta caduti contro la mafia. Luogo in cui si sono registrati alcuni tafferugli fra i manifestanti e le forze dell’ordine. E proprio su questo momento i rappresentanti della protesta hanno concentrato la loro attenzione, sottolinenando “il proprio dissenso nei confronti della violenta repressione delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestanti avvenuta durante la commemorazione della strage di Capaci”.

Le voci della protesta del 23 maggio

Una posizione espressa in una conferenza stampa indetta questo pomeriggio proprio sotto l’albero Falcone. Luogo nel quale i manifestanti hanno riesposto lo striscione portato per tutto l’arco del corteo e che recita “non siete Stato voi, siete stati voi“. Comizio durato circa un’ora e nel quale i componenti del coordinamento hanno evidenziato la loro posizione su quanto avvenuto nel pomeriggio del 23 maggio. “Il Questore Leopoldo Laricchia deve prendersi le proprie responsabilità – ha dichiarato Marta Capaccioni, rappresentante del collettivo Our Voice -, così come qualsiasi persona abbia dato l’ordine di manganellare, anche se a farlo fosse stato il ministro Matteo Piantedosi. Sono forme di repressione della libertà di pensiero che accadono solo nelle dittature”.

L’attacco a Pietro Grasso

Un intervento nel quale la studentessa della facoltà di Giurisprudenza ha attaccato senza mezzi termini anche l’ex magistrato Pietro Grasso. “Mentre manganellavano gli studenti – ha proseguito la rappresentante del coordinamento -, lui (Pietro Grasso n.d.r.) era sul palco insieme a Maria Falcone e a Roberto Lagalla, quest’ultimo appoggiato da personaggi condannati per mafia. A Pietro Grasso vorrei dire di non presentarsi più a fare lezioni di antimafia all’interno della facoltà di Giurisprudenza – ha sottolineato Marta Capaccioni -, se non ha il coraggio di schierarsi contro gli abusi ai danni degli studenti che volevano commemorare i martiri della lotta alla mafia. E stavamo facendo antimafia quella vera, troppo scomoda, forse anche per Piero Grasso. Chi non prende posizione di fronte a questi atti, deve vergognarsi”.

“Violenza inaudita, tanti manifestanti feriti”

Scontri nei quali sono rimasti feriti tre agenti di polizia. Secondo quanto riferisce Jamil El Sadi, componente del coordinamento Our Voice, fra i manifestanti il bilancio sarebbe ben peggiore. “Parliamo di una violenza inaudita, ingiustificata, che ha dimostrato come il sistema di ordine pubblico non ha funzionato. Ci tengo a rappresentare la solidarietà agli agenti feriti, ma noi abbiamo manifestanti che hanno riportato fratture alle ossa. Persone che sono state manganellate. Studenti che hanno riportato lesioni da manganello sulla testa, sui fianchi e sulla schiena. Ne conosco almeno cinque, di cui tre refertati. Qualcuno ha dato l’ordine di reprimere la manifestazione con la violenza e questo è ingiustificabile”.

Le critiche alla Fondazione Falcone

Critiche che hanno riguardato anche la fondazione Falcone, già contestata durante il corteo che ha attraversato le stradel del centro di Palermo. “Già da tanti anni capita che è difficile provare a partecipare alle celebrazioni del 23 maggio – ha evidenziato Gabriele Rizzo del gruppo “Officina del Popolo -, facendo notare le contraddizioni di chi viene a sfilare. Come ha diritto la Fondazione Falcone a potere manifestare il proprio ricordo delle stragi, ne abbiamo diritto anche noi. Quello di cui non ha diritto è privatizzare un pezzo di città, decidendo cosa ci sta e cosa non ci sta. Non ne abbiamo diritto noi, non ne hanno diritto loro”. E proprio a proposito della memoria del magistrato caduto nella lotta alla mafia, Andrea La Torre del comitato “Attivamente” ha dichiarato al microfono: “Ogni manganellata ha ucciso ancora Giovanni Falcone“.

Luisa Impastato: “Perchè è stato impedito l’accesso ai manifestanti?”

“Siamo amareggiati e preoccupati da quanto successo – ha dichiarato al microfono Luisa Impastato, nipote di Peppino Impastato -. Abbiamo voluto dare voce ai più giovani, nei cui confronti abbiamo delle responsabilità. Generazioni a cui vogliamo trasmettere i nostri valori. Questo 23 maggio, purtroppo, ha dimostrato che non hanno diritto a esprimere il loro dissenso liberamente. La cosa che ci amareggia di più è che continuiamo a non dare risposte alle domande che questi ragazzi si pongono. Perchè è stato impedito l’accesso ai manifestanti e, eventualmente, di contestare chi era sul palco?”.

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