La Cgil di Palermo e la Cgil di Termini scendono in campo a sostegno del progetto di reindustrializzazione dell’agglomerato di Termini Imerese ed esprimono la loro contrarietà alla proposta di un insediamento turistico avanzata dal M5S.

Mario Ridulfo, responsabile attività produttive della segreteria Cgil Palermo, e Ennilo Li Greci, segretario della Cgil di Termini Imerese, intervengono nel dibattito innescato dalla proposta M5S di riconversione turistica di una parte dell’area industriale e di un referendum consultivo tra i cittadini.

“Crediamo che l’area di Termini vada reindustrializzata in direzione del progetto di Invitalia e Blutec che, assieme alla realizzazione di auto ibride, prevede la riqualificazione dell’intero sito dove un tempo si trovavano la Fiat, le aziende storiche dell’indotto automobilistico e lo stabilimento ex Magneti Marelli. Quest’accordo, già finanziato, oggi è fondamentale per rilanciare l’area – aggiungono Ridulfo e Li Greci – L’agglomerato industriale di Termini è già stato abbastanza sacrificato e svuotato, dopo l’abbandono di Fiat. Una reindustrializzazione può portare a un rilancio del settore manifatturiero e metalmeccanico e dare spazio a nuovi processi produttivi ecosostenibili, ad esempio impianti per il riciclo del rifiuti, non certo, come parla qualcuno, di inceneritori”.

“Tanto più che – aggiungono i due sindacalisti – nella zona ricade l’interporto di Termini Imerese, che è stato indicato come struttura strategica nazionale assieme a quello di Catania. Oltre all’area industriale, Termini può diventare base strategica per l’intermodalità del trasporto merci e punto di approdo per tutta l’area manifatturiera. Tutto questo, secondo la Cgil, che interviene nel dibattito, non preclude un’idea di sviluppo economico in altre direzioni, che mettano al centro le peculiarità della zona di Termini, che sono principalmente due, la sua area archeologica e il turismo termale”.