Anche la Sicilia viaggia verso l’ultima settimana di lockdown, o almeno così si spera. In questo clima di forte spinta sociale verso la riapertura e in attesa di conferme allo stop alle autocertificazioni per uscire di casa, assume grande importanza l’analisi dei dati del contagio nell’isola per confermare un trend che permetta di riaprire in sicurezza anche per fornire rassicurazioni ai sindaci ed ai sindacati che sembrano più interessi all’epidemia che al lavoro in questa fase delicata.

Questo il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 17 di oggi (sabato 25 aprile), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 68.251 (+3.086 rispetto a ieri), su 64.892 persone: di queste sono risultate positive 3.020 (+39), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.272 (-48), 524 sono guarite (+81, di cui 24 ricoverati e 57 in isolamento domiciliare) e 224 decedute (+6).

Degli attuali 2.272 positivi, 485 pazienti (-8) sono ricoverati – di cui 33 in terapia intensiva (+1) – mentre 1.787 (-40) sono in isolamento domiciliare.

Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 129 (0 ricoverati, 2 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 116 (15, 21, 11); Catania, 670 (107, 195, 78); Enna, 302 (133, 67, 28); Messina, 402 (98, 83, 45); Palermo, 372 (70, 48, 27); Ragusa, 75 (6, 6, 6); Siracusa, 96 (50, 82, 23); Trapani, 110 (6, 20, 5).

Un contributo importante al contenimento dell’epidemia è venuto, nel corso della notte appena trascorsa, dallo sgombero della casa di riposo di Caltagirone ultimo focolaio di contagio noto. Proprio quei 41 contagiati, infatti, hanno fatto temere che potesse esserci una ripresa della diffusione del virus ed hanno fatto innalzare un paio di rapporti giornalieri sui nuovi contagiati. Ma la situazione, per fortuna, sembra sotto controllo visto che a fronte del numero di malati continua a diminuire il numero dei ricoverati e soprattutto di coloro i quali si trovano in terapia intensiva.

Intanto anche il Presidente della Regione entra nella polemica sulla scarcerazione dei boss di mafia dovuta alle norme anti covid19 e scrive al premier Conte ed al Ministro Bonafede perchè impediscano il rientro di questi boss nel territorio di provenienza dove la loro presenza., sia pure agli arresti domiciliari e sotto sorveglianza, potrebbe permettere una recrudescenza delle attività che gestivano