E’ stato diverse volte a rischio chiusura il punto nascite del Giglio di Cefalù, a mancare erano i parti non si arrivava a 500 nuovi nati all’anno, soglia che occorreva essere superata per evitare lo stop al reparto.

A scendere in strada per rivendicare il diritto alla vita, negli scorsi anni, furono le mamme, i comitati cittadini e i sindaci del comprensorio delle Madonie e dei Nebrodi.

Oggi il problema è di natura diversa, a mancare sono i pediatri che devono assicurare la loro presenza nella struttura ospedaliera con turni h24. Per problemi di sicurezza, la carenza d’organico rischierebbe quindi di mandare in chiusura il reparto.

“Sono venuto a conoscenza del fatto che presso l’ospedale “Giglio” di Cefalù vi è carenza di pediatri per continuare a garantire il costante incremento dei parti fatto registrare negli ultimi anni presso il punto nascite e costituire – ha detto il sindaco Lapunzina in un suo post su Facebook – un’area neonatale completa e attiva, con il numero adeguato di pediatri neonatologi e infermieri dedicati 24h/24, al fine di garantire le cure intermedie ai neonati che ne necessitano.

Per questo motivo chiedo alla Fondazione “Istituto G.Giglio” di Cefalù di porre in essere tutti gli atti di competenza per risolvere, con celerità, questa grave problematica che rischia di minare il futuro stesso del Centro Nascite di Cefalù”.

Dalla Fondazione Giglio fanno sapere di essere in prima linea per evitare la paralisi del reparto. Emergenza che hanno iniziato a fronteggiare sin dalla sua origine; a febbraio sono stati banditi diversi concorsi per l’assunzione a tempo indeterminato delle figure mancanti. I bandi finora non hanno raccolto adesioni.

“Abbiamo investito sul punto nascite acquistando i macchinari per la terapia semi intensiva – ha detto Giovanni Albano presidente della Fondazione – purtroppo, come in molti ospedali italiani, ci troviamo a essere sotto organico, perché mancano i pediatri. Per ragioni di sicurezza dobbiamo garantire una guardia pediatrica attiva h24 e ci troviamo a dover fronteggiare la situazione emergenziale con il reparto che lavora in condizioni critiche, perché i medici si trovano costretti a fare turni pesanti.

Dopo aver bandito diversi concorsi, che non hanno riscontrato alcuna candidatura, abbiamo chiesto convenzioni con le altre strutture della provincia e con l’Asp – ha proseguito il presidente – dobbiamo coprire circa 300 ore di lavoro settimanali e finora abbiamo ricevuto copertura per 140, grazie anche all’impegno profuso dal Policlinico di Palermo. Sono fiducioso anche se preoccupato, abbiamo l’obbligo morale e professionale di non far chiudere una struttura di riferimento per il territorio”.