Un appello all’assessore regionale per la salute Ruggero Razza per evitare la chiusura del Punto nascite dell’Ospedale Giglio di Cefalù. E’ l’iniziativa dell’ Unione Difesa dei Consumatori (U.Di.Con) Sicilia preoccupata dalle ricadute di quella che definisce “una sciagura”.

“Il Punto Nascite di Cefalù durante il periodo di proroga che era stato concesso proprio dal Ministero è cresciuto da 350 a 420 parti l’anno avvicinandosi significativamente al limite minimo di 500 parti previsto proprio dal Ministero – dice il Presidente Regionale U.Di.Con Pietro Feroce – inoltre con la chiusura del Punto nascite dell’Ospedale Madonna dell’Alto di Petralia, Cefalù resta l’unico presidio territoriale punto di riferimento per le neo mamme. Riteniamo che non si debba penalizzare ulteriormente questo territorio visti anche i rischi che ne conseguono”.

L’U.Di.Con Sicilia incontrerà, nei prossimi giorni, il Presidente della Fondazione Giglio di Cefalù Giovanni Albano che si è già detto disponibile ad un confronto sul tema.

“L’incontro servirà ad approfondire la conoscenza della situazione – conclude il Presidente regionale U.Di.Con Pietro Feroce – che porterò all’attenzione del Presidente nazionale Denis Nesci perché si faccia carico di rappresentarla anche al Ministro Giulia Grillo ed agli uffici del Ministero vigilante”.

I sindaci dei comuni del comprensorio di Cefalù e quelli di sei paesi della provincia di Messina si sono dichiarati pronti a intraprendere “azioni forti” in difesa del punto nascite dell’ospedale Giglio. Il ministero della salute ne ha sollecitato la chiusura perché non supera la soglia minima dei 500 parti all’anno. “Una scelta illogica e gravemente lesiva del diritto costituzionalmente garantito alla salute dei cittadini”, l’ha definita il sindaco di Cefalù, Rosario Lapunzina, che ha chiesto di essere sentito dalla commissione sanità dell’Asemblea regionale siciliana, alla presenza dell’assessore regionale alla salute, Ruggero Razza. “Ho già manifestato indignazione – ha detto – per la notizia della predisposizione di un decreto per la chiusura del punto nascite dell’ospedale Giglio, nonostante il nosocomio sia stato inserito tra quelli classificati come presidio ospedaliero Dea di I livello (Spoke) nel Piano sanitario regionale”.

“Il Ministero della Salute si faccia carico del mantenimento del centro nascite di Cefalù, cosi come nel 2015, concedendo una deroga attesa dai cittadini delle Madonie e dei Nebrodi”. Lo chiede il presidente della Fondazione Giglio di Cefalù, Giovanni Albano, “in considerazione della crescita del 30 percento del numero dei parti passati dai 320 del 2016 ai 416 del 2017, dell’alta assistenza sanitaria offerta alle future mamme e dell’orografia del territorio”.

“Nel 2018 – aggiunge Albano – il trend di crescita dei “nati a Cefalù” ci farà superare il già positivo risultato dello scorso anno”.

Albano sottolinea anche gli sforzi fatti dalla Fondazione, in questi anni, “per il reclutamento del personale dell’ostetricia e ginecologia oggi composto da uno staff di 25 specialisti tra ostetriche (nove), pediatri (5) e ginecologi (9). All’ostetricia è stato, inoltre, dedicato il “reparto gioiello” della Fondazione, interamente rinnovato, con 12 posti letto di cui 4 in camera singola tutte dotate di ogni comfort alberghiero.

Ci auguriamo – conclude il manager – che il Ministero e i tecnici che si stanno occupando del centro nascite di Cefalù abbiano la stessa sensibilità del passato garantendo a questa grande comunità di poter continuare a fruire di questo importante presidio”.