di Giovanni Franco
Dalle spiagge roventi siciliane, in estate, ai freddi ghiacciai. Dopo avere conseguito una laurea in economia aziendale e successivamente un master in web marketing al Sole 24 ore, era destinato a trascorrere molte ore in un ufficio, indossando ogni giorno giacca e cravatta.
Già per lui, infatti, si erano aperte le porte, a Milano, del customer service di Vodafone. Ma non era questa la vita che sognava Pietro D’Arca, palermitano, 28 anni.
Così, l’impiegato nell’azienda di tlc, fece le valigie e partì, per ritagliarsi un altro futuro, più avventuroso e ricco di emozioni. E ci riuscì. Da un anno e sei mesi fa il glacier guide (guida per escursioni sui ghiacciai) vive a Hvolsvöllur, 934 abitanti, a circa 106 chilometri a est di Reykjavík, in Islanda.
“Ci sono posti nel mondo che collegano la tua anima al tuo cuore, e io ne ho trovato qui uno di quelli”, dice mentre è in cima ad un vulcano. Ma come è arrivato a realizzare il suo sogno? “Ero insoddisfatto e annoiato – racconta – del mio lavoro, chiuso in una stanza, e circa due anni fa iniziai a guardarmi intorno, sono da sempre stato appassionato di outdoor e mi sembrava assurdo che non potessi avere la possibilità di fare ciò che mi piace di più. Non mi importava il fatto di essermi laureato e specializzato in materie completamente diverse, volevo inseguire la mia passione”.
Pietro allora cercò una via di fuga dalla Lombardia. “Ho un amico, di vecchia data, che aveva fatto una scelta drastica con il passato, trasferendosi in Islanda, e allora lo chiamai. Mi disse che il turismo in quel paese era fortemente in crescita e che, – ricorda – se mi fosse interessato esplorare questo settore occupazionale, lui avrebbe potuto darmi una mano per iniziare il lavoro che faccio da mesi”. Ecco che per D’arca si schiuse, dopo quella chiacchierata, al telefono, un nuovo mondo, accettando al volo la proposta di decollare verso nuovi traguardi.
“Io non avevo esperienza lavorativa in quel campo – racconta – ma la mia voglia di cambiare, mi diede il coraggio di prendere una decisione importante”. Arrivato in Islanda, Pietro iniziò un training di circa un mese per prendere il brevetto di glacier guide e concretamente guidare tour di hiking e ice climbing sui ghiacciai islandesi. “I mie clienti – dice – vengono da tutte le parti del mondo, posso dire che il 60 per cento sono americani, il 20 per cento asiatici e il restante è europeo. Chiaramente la lingua che parliamo è l’inglese.
Dopo circa un anno di lavoro l’azienda mi diede un’altra iniezione di fiducia mandandomi in Canada a fare un altro corso di specializzazione e adesso sono responsabile del team per cui lavoro, composto da circa una decina di ragazzi provenienti da tutte le parti del mondo”. Ora il “dottore in economia” può dire senza essere smentito: “Credo di non aver mai raggiunto un livello di soddisfazione personale come il periodo che sto vivendo da quando sono qui, sono felice”. Davanti ai suoi occhi non più i Navigli milanesi ma i getti di acqua calda che fuoriescono dai geyser islandesi. In una terra dove, in inverno, possono essere registrati, dai termometri, anche 39 gradi Celsius sotto lo zero.
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