In primo grado era stato condannato a 4 anni e 4 mesi per avere violentato la figlia di tredici anni. La ragazza aveva raccontato che dal 2005 al 2008 l’uomo di 57 anni si sarebbe intrufolato nella cameretta e avrebbe abusato di lei.
Il giudice della terza sezione d’appello di Palermo Antonio Napoli ha assolto il genitore perché il fatto non sussiste. La vicenda ha inizio nel 2015 durante una lezione a scuola. Il tema trattato era la violenza sulle donne.
La professoressa avrebbe notato un disagio mentre veniva affrontato il tema. Era arrivata così una segnalazione alla psicologa dell’istituto. La ragazza avrebbe raccontato che dal maggio del 2005 fino al dicembre del 2008 il padre si sarebbe intrufolato nella stanza da letto della ragazza che condivideva con il proprio fratello, abusando sessualmente di lei con una frequenza iniziale di tutte le notti, e successivamente con una media di tre o quattro volte la settimana nel pieno della notte. Inizialmente la procura aveva archiviato.
Poi dopo l’opposizione si era celebrato il processo con il rito abbreviato e il giudice aveva condannato il padre. In appello sono state prodotte numerose prove da parte dell’avvocato Laura Salvaggio che hanno convinto i giudici dell’innocenza dell’imputato le falsità delle accuse mosse dalla ragazza dettata da un forte sentimento di intolleranza nei confronti della famiglia.
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