Addio al Cerisdi, il centro di alta Formazione della Regione Siciliana. dopo anni di battaglie, il cambio di due presidenti, i tagli ai finanziamenti, le proposte per il salvataggio, il penultimo atto è stato firmato ieri davanti al notaio Enrico Maccarrone dai soci dell’ente di alta Formazione ovvero l’Ircac e il Comune di Palermo.
Dopo 26 anni la struttura che ha sede al castello Utveggio viene posta in liquidazione ed affidata ad un commissario liquidatore. A gestire la liquidazione sarà il presidente dell’ordine dei commercialisti Fabrizio Escheri.
Il socio Ircac, che rappresenta la Regione, ha deciso per la liquidazione dopo aver consultato l’assessorato controllante ovvero le attività produttive della Regione. dunque una scelta precisa da parte della regione quella di dismettere il Cerisdi.
Singolare, ad esempio, il fatto che il presidente della Regione, per suo conto, l’assessore Mariella Lo Bello titolare proprio dell’assessorato vigilante, non abbiano mai dato riscontro alla lettera di dimissioni presentata dal Presidente Salvatore Parlagreco.
“Il presidente della Regione ha incontrato le organizzazioni sindacali ma mai, durante tutto il periodo precedente alla liquidazione – si è degnato di incontrare il consiglio di Amministrazione. non ho mai avuto riscontro non solo alla mia lettera di dimissioni che è l’atto ultimo, ma neanche alle numerose proposte di buon senso che erano state avanzate per il salvataggio del Cerisdi”.
Parlagreco ci tiene a rilevare come il problema non possa essere individuato nelle ristrettezze del bilancio regionale “Sin da subito abbiamo detto chiaramente che non avremmo richiesto finanziamenti. La nostra proposta era di trasformare il Cerisdi in ente ‘in house’ e utilizzarlo per l’alta formazione regionale che troppo spesso viene data, ad esempio, al Formez. In questo modo la Regione avrebbe risparmiato denaro e, in qualche caso, perfino incassato. l’Ente si sarebbe salvato, avrebbe pensato alle proprie esigenze e fornito un servizio all’amministrazione. Ma si è scelto il silenzio”.
Sono 28 i dipendenti del Cerisdi che adesso vedono concretizzarsi le loro paure. da tempo non ricevevano lo stipendio e il destino sembrava segnato ma speravano ancora in un salvataggio. L’ufficializzazione della liquidazione cancella anche le speranze residue.
Il sospetto adombrato dai lavoratori è che si voglia a tutti i costi favorire gli affidamenti all’esterno. Il percorso di dismissione degli enti regionali e delle Partecipate che si occupano del settore sembra quello tracciato dall’amministrazione pur senza dirlo chiaramente come sembra stia avvenendo anche per altri stretture acquistate con esborsi milionari come ad esempio Sviluppo Italia Sicilia
“La liquidazione rischia di essere l’epilogo temuto e preannunciato dell’attuale gestione del Cerisdi, espressione della Regione del tutto disattenta e assente – dice il sindaco di Palermo Leoluca Orlando commentando la notizia -. Una gestione priva di progettualità e chiusa ad ogni forma di apertura a istituzioni e realtà locali e internazionali. Si compie una opera di mortificazione e dispersione di un potenziale di professionalità, che non vorremmo possa servire alla Regione per tornare in possesso del Castello Utveggio, ovviamente prevedibile oggetto di interessi speculativi. Si prospetta un film troppe volte visto in Sicilia: chiude una realtà di eccellenza e inizia abbandono e degrado di una importante struttura. Il Comune – conclude Orlando – continuerà a sollecitare la presenza a Castello Utveggio di una struttura di formazione di eccellenza a servizio di tutta la comunità, richiamando il ruolo della Regione anche quale proprietaria del Castello”.
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